lunedì, novembre 04, 2024

Perché bruciavano i libri in Fahrenheit 451?

 

Lo scorso ottobre, in occasione del passaggio al Festival delle Colline Torinesi di Il fuoco era la cura, l'opera teatrale della compagnia Sotterraneo ispirata a Fahrenheit 451, ho ripreso in mano il classico di Ray Bradbury. E a pagina 64 ho trovato la spiegazione di come si è arrivati alla situazione distopica che è il tema del romanzo (è vietato leggere e i pompieri non spengono più incendi ma bruciano i libri). La voce narrante è quella di Beatty, che parla a Montag (il pompiere «pentito» protagonista) e a sua moglie Mildred. Beatty è il cattivo di Fahrenheit 451, il capitano della caserma di Montag. Dunque la sua è la versione del potere e come tale va presa, tuttavia l'impressione è che Bradbury lo usi per dar voce alle sue inquietudini e trovo raggelanti le somiglianze tra un testo che risale a oltre 70 anni fa (il romanzo uscì nel 1953) e il nostro presente. Quella di Fahrenheit 415 è un'inquietante profezia sulla realtà, che oggi sembra avverarsi a velocità ancora più estreme, o è la semplice paura ricorsiva - quasi un archetipo culturale - provata dagli autori/intellettuali nei confronti di qualsiasi contesto tecnologico/sociale che vedono porsi in concorrenza con i libri (ieri lo schermo della tv, oggi quello degli smartphone)?

Prima dell'arrivo in città di Il fuoco era la cura (che consiglio a tutti di vedere, così come consiglio a tutti di (ri)leggere il romanzo di Bradbury), ho intervistato sul Corriere Torino Daniele Villa di Sotterraneo. Le risposte che mi ha dato sul tema coincidono in gran parte con il mio pensiero: «Le distopie non parlano mai di un futuro che può accadere bensì della radicalizzazione di problemi che sono già in essere: ti allarmano sul presente. Oggi non si bruciano i libri - anche se una certa funzione censoria sta attraversando il dibattito pubblico - ma ci sono inquietanti punti di contatto tra la nostra realtà e le preoccupazioni di Bradbury: il collasso dell'intelligenza collettiva, la perdita del pensiero complesso a favore di una fuga verso la semplificazione, l'eccesso dei rumori di fondo. Abbiamo accesso a un materiale così vasto e ambiguo da mettere a rischio la nostra capacità di orientarci. (...) Anche un genio come Bradbury aveva un suo limite di gittata temporale. Il suo acume profetico non riguarda però il mezzo televisivo in sé, quanto il tempo-schermo, cioè la quantità di ore che le persone trascorrono intrappolate nel mero intrattenimento. Oggi quel problema continua a presentarsi e apre questioni sulla società: quanta attenzione è necessaria per tenere in vita una democrazia? E quanto la stiamo allenando?».

Qui sotto riporto in forma integrale la «versione di Beatty» che compare nel romanzo, omettendo solo le reazioni di Montag e Mildred. I grassetti sono miei. È un testo un po' lungo, soprattutto rispetto agli slot d'attenzione che siamo abituati a concedere a una lettura online. Ma man mano che andrete avanti vedrete che la sua lunghezza diventerà parte del discorso. E si lambirà anche il delicato e sempre più invasivo (oggi ancor più che nel 1953) tema del politically correct. La foto in apertura, riferita allo spettacolo Il fuoco era la cura, è di Masiar Pasquali. 

 
Perché bruciamo i libri (la versione di Beatty/Bradbury)

«Quando ha avuto origine questo nostro lavoro, tu vuoi, sapere, non è vero? Come si determinò e dove e quando? Bene, a dirti la verità, sembra che abbia avuto inizio dopo un certo evento chiamato Guerra di Secessione. Ma il nostro Regolamento sostiene che la milizia del fuoco sia stata fondata anche prima. Il fatto è che la società non ha vissuto bene che quando la fotografia ha cominciato a vivere di vita propria. Poi... il cinematografo nella prima metà del ventesimo secolo. La radio, la televisione... Le cose cominciarono allora ad avere massa.» (...)
«E poiché avevamo massa, divennero più semplici. Un tempo, i libri si rivolgevano a un numero limitato di persone, sparse su estensioni immense. Ed esse potevano permettersi di essere differenti. Nel mondo c'era molto spazio disponibile, allora. Ma in seguito il mondo si è fatto sempre più gremito di occhi, di gomiti, di bocche. La popolazione si è raddoppiata, triplicata, quadruplicata. Film, radio, riviste, libri si sono tutti livellati su un piano minimo, comune, una specie di norma dietetica universale, se mi intendi. Mi intendi?» (...)
«Immagina tu stesso: l'uomo del diciannovesimo secolo coi suoi cavalli, i suoi cani, carri, carrozze, dal moto generale lento. Poi, nel ventesimo secolo, il moto si accelera notevolmente. I libri si fanno più brevi e sbrigativi. Riassunti. Scelte. Digesti. Giornali tutti titoli e notizie, le notizie praticamente riassunte nei titoli. Tutto viene ridotto a pastone, a trovata sensazionale, a finale esplosivo.» (...)
«Le opere dei classici ridotte così da poter essere contenute in quindici minuti di programma radiofonico, poi riassunte ancora in modo da stare in una colonna a stampa, con un tempo di lettura non superiore ai due minuti; per ridursi alla fine a un riassuntino di non più di dieci, dodici righe di dizionario. Ma eran molti coloro presso i quali la conoscenza di Amleto (tu conosci certo questo titolo, Montag) si riduceva al "condensato" d'una pagina in un volume che proclamava: Ora finalmente potrete leggere tutti i classici. Non siate inferiori al vostro collega d'ufficio! Capisci? Dalla nursery all'Università e da questa di nuovo alla nursery. Questo l'andamento intellettuale degli ultimi secoli.
«Basta seguire l'evoluzione della stampa popolare: Clic! Pic! Occhio, Bang! Ora, Bing! Là! Qua! Su! Giù! Guarda! Fuori! Sali! Scendi! Uffa! Clac! Cic! Eh? Pardon! Etcì! Uh! Grazie! Pim, Pum, Pam! Questo il tenore dei titoli. Sunti dei sunti. Selezioni dei sunti della somma delle somme. Fatti e problemi sociali? Una colonna, due frasi, un titolo. Poi, a mezz'aria, tutto svanisce. Il cervello umano rotea in ogni senso così rapidamente, sotto la spinta di editori, sfruttatori, radiospeculatori, che la forza centrifuga scaglia lontano e disperde tutto l'inutile pensiero, buono solo a farti perdere tempo.» (...)
«La durata degli studi si fa sempre più breve, la disciplina si allenta, filosofia, storia, filologia, abbandonate, lingua e ortografia sempre più neglette, fino ad essere quasi del tutto ignorate. La vita diviene una cosa immediata, diretta, il posto è quello che conta, in ufficio o in fabbrica, il piacere si annida ovunque, dopo le ore lavorative. Perché imparare altra cosa che non sia premere bottoni, girar manopole, abbassar leve, applicar dadi e viti?» (...)
«La chiusura lampo ha spodestato i bottoni e un uomo ha perduto quel po' di tempo che aveva per pensare, al mattino, vestendosi per andare al lavoro, ha perso un'ora meditativa, filosofica, perciò malinconica.» (...)
«La vita diviene così un'immensa cicalata senza costrutto, Montag, tutto diviene un'interiezione sonora e vuota...» (...)
«Basterà vuotare i teatri, Montag, di tutto ma non dei pagliacci, e fornire ogni stanza di pareti di vetro, con bei disegni policromi che salgono e scendono su queste pareti, come coriandoli, o sangue, o sherry, o borgogna. Ti piace il baseball, non è vero, Montag?». (...)
«Più sport per ognuno, spirito di gruppo, divertimento, svago, distrazioni, e tu così non pensi, no? Organizzare, riorganizzare, superorganizzare super-super-sport! Più vignette umoristiche, più fumetti nei libri! Più illustrazioni ovunque! La gente assimila sempre meno. Tutti sono sempre più impazienti, più agitati e irrequieti. Le autostrade e le altre strade d'ogni genere sono affollate di gente che va un po' da per tutto, ovunque, ed è come se non andasse in nessun posto. I profughi della benzina, gli erranti del motore a scoppio. Le città si trasformano in auto-alberghi ambulanti, la gente sempre più dedita al nomadismo va di località in località, seguendo il corso delle marce lunari, passando la notte nella camera dove sei stato tu oggi e io la notte passata.» (...)
«Consideriamo ora le minoranze in seno alla nostra civiltà. Più numerosa la popolazione, maggiori le minoranze. Non pestate i piedi ai cinofili, ai maniaci dei gatti, ai medici, agli avvocati, ai mercanti, ai pezzi grossi, ai mormoni, battisti, unitarii, cinesi della seconda generazione, oriundi svedesi, italiani, tedeschi, nativi del Texas, brooklyniani, irlandesi, oriundi dell'Oregon o del Messico. I personaggi di questo libro, di questa commedia, di questo programma della tv non rappresentano il benché minimo riferimento o allusione a reali pittori, cartografi, meccanici di qualsiasi città o paese. Più vasto il mercato, Montag, meno le controversie che ti conviene comporre, ricordalo! Tutte le minoranze, fino alle infime, vanno tenute bene, col loro bagnetto ogni mattina. Scrittori, la mente pullulante di pensieri malvagi, chiudono a chiave le loro macchine per scrivere. Tutto questo è avvenuto! Le riviste periodiche divennero un gradevole miscuglio di tapioca alla vaniglia. I libri - così i critici, quei maledetti snob, avevano proclamato - erano acqua sporca da sguatteri. Nessuna meraviglia che i libri non si vendessero più, dicevano i critici; ma il pubblico, che sapeva ciò che voleva, con una felice diversione, lasciò sopravvivere libri e periodici a fumetti. Oltre alle riviste erotiche a tre dimensioni, naturalmente. Ecco, ci siamo, Montag, capisci? Non è stato il Governo a decidere: non ci sono stati in origine editti, manifesti, censure, no! Ma la tecnologia, lo sfruttamento delle masse e la pressione delle minoranze hanno raggiunto lo scopo, grazie a Dio! Oggi, grazie a loro, tu puoi vivere sereno e contento per ventiquattr'ore al giorno, hai il permesso di leggere i fumetti, tutte le nostre care e vecchie confessioni con i bollettini e i periodici commerciali.» (...)

(A questo punto Montag chiede conto del ruolo dei vigili del fuoco)

«Ah. È la cosa più logicamente conseguente, che diamine! A misura che le scuole mettevano in circolazione un numero crescente di corridori, saltatori, calderai, malversatori, truffatori, aviatori e nuotatori, invece di professori, critici, dotti e artisti, naturalmente il termine "intellettuale" divenne la parolaccia che meritava di diventare. Si teme sempre ciò che non ci è familiare. Chi di noi non ha avuto in classe, da ragazzini, il solito primo della classe, il ragazzo dalla intelligenza superiore, che sapeva sempre rispondere alle domande più astruse mentre gli altri restavano seduti come tanti idoli di legno, odiandolo con tutta l'anima? Non era sempre questo ragazzino superiore che sceglievi per le scazzottature e i tormenti del doposcuola? Per forza! Noi dobbiamo essere tutti uguali. Non è che ognuno nasca libero e uguale, come dice la Costituzione, ma ognuno vien fatto uguale. Ogni essere umano a immagine e somiglianza di ogni altro; dopo di che tutti sono felici, perché non ci sono montagne che ci scoraggino con l'altezza da superare, non montagne sullo sfondo delle quali si debba misurare la nostra statura! Ecco perché un libro è un fucile carico, nella casa del tuo vicino. Diamolo alle fiamme! Rendiamo inutile l'arma. Castriamo la mente dell'uomo. Chi sa chi potrebbe essere il bersaglio dell'uomo istruito? Cosicché, quando le case cominciarono a essere costruite a prova di fuoco, non c'è più stato bisogno di vigili del fuoco, dei pompieri, che spegnevano gli incendi coi loro getti d'acqua. Furono assegnati loro i nuovi compiti, li si designò custodi della nostra pace spirituale, il fulcro della nostra comprensibile e giustissima paura di apparire inferiori; censori, giudici, esecutori. Tu Montag, sei tutto ciò, io sono tutto ciò.» (...)
«Devi ricordarti che la nostra civiltà è così vasta che non possiamo permettere alle nostre minoranze di essere in uno stato di turbamento e agitazione. Domandatelo anche tu: che cosa ci preme, in questo paese, avanti e soprattutto? Gli esseri umani vogliono la felicità, non è vero? Non è quello che sentiamo dire da quanto siamo al mondo? Voglio un po' di felicità, dice la gente. Ebbene, non l'hanno forse? Non li teniamo in continuo movimento, non diamo loro ininterrottamente svago? Non è per questo che in fondo viviamo? Per il piacere e i più svariati titillamenti? E tu non potrai negare che la nostra forma di civiltà non ne abbia in abbondanza, di titillamenti...» (...)
«La gente di colore non ama Little Black Sambo. Diamolo alle fiamme. Qualcuno ha scritto un libro sul tabacco e il cancro dei polmoni? I fabbricanti e i fumatori di sigarette piangono? Alle fiamme il libro! Serenità, Montag. Pace, Montag. Le tue battaglie combattile in sordina. Meglio ancora, buttale nel forno crematorio. I funerali sono dolorosi e pagani? Annulliamo anche i riti funebri. Cinque minuti dopo la sua morte, un individuo è già a bordo d'uno degli elicotteri per il servizio rapido di trasporto delle salme ai crematoi di tutta la nazione. Dieci minuti dopo la sua morte, lo stesso individuo non è che un granello di polvere nera, un frammento di fuliggine. E non stiamo a perderci in chiacchiere sugli uomini la cui fama va eternata nei servizi funebri. Non ci pensiamo nemmeno! Bruciamo tutto, bruciamo ogni cosa! Il fuoco è luce e soprattutto è purificazione!».

domenica, settembre 22, 2024

LCD Soundsystem e Massive Attack, spegnere e riaccendere la mente a un concerto

 
A cosa servono la musica e l'arte? Dovrebbero limitarsi a intrattenere, scatenare, dar sollievo, far stare bene, agendo solo al livello più intenso e superficiale delle emozioni, o hanno l'autorizzazione – forse persino il dovere – anche di far pensare? A cavallo tra agosto e settembre ho avuto la fortuna di provare entrambe le esperienze nella loro essenza più pura in due concerti eccezionali: gli LCD Soundsystem e i Massive Attack al Todays di Torino. Per dirla con eleganza, i primi mi hanno obbligato a disattivare il cervello e a muovere il culo; i secondi, a fermare il culo e muovere il cervello. Con effetti simili, mi è parso, sul resto del pubblico. Una macchina musicale prodigiosa, gli LCD Soundsystem. Una lavanda gastro-dance-punk in grado di depurarti dalle scorie accumulate durante il giorno (l'esistenza?) e restituirti alla notte in una condizione sudata ma non svuotata, elevata, paradisiaca, alleggerita di qualche etto di grasso superfluo e di tonnellate di immondizia mentale. Proprio quel peso con cui sono tornato invece a casa dopo il live dei Massive Attack, in cui le immagini hanno preso il sopravvento sulla musica, arrivando fino a sacrificarla sul cupo altare del presente (esempio emblematico: una Safe From Harm in cui le scritte sull'occupazione di Israele dei territori palestinesi – fredde, giganti, inesorabili sullo schermo – hanno quasi distolto la mente dalla canzone). Una tortura? Di più, una cura Lodovico dei nostri tempi. Eppure maestosa e in grado di restituirti alla notte... più umano. Una delle migliori musiche del mio decennio più amato (Unfinished Sympathy! Karmacoma! Angel! Teardrop!) che si fa ancella di un messaggio che va oltre a Gaza e l'Ucraina per inchiodare il pubblico con il j'accuse più spietato e universale: contro la falsa promessa dell'individualismo come chiave della felicità. Boom. Abbiamo bisogno di disattivare il cervello, ogni tanto. Ma ne abbiamo ancora di più di rimetterlo subito in funzione.
 

martedì, luglio 19, 2022

Capitolo 16 - Nel giardino degli specchi


Dove si parla di A Moon Shaped Pool e ci si ferma in bilico sul presente.


Reperto 1
«... e c'è un edificio basso e lungo alle porte di Oxford, con un cartello che dice: VENDUTO - 10 GENNAIO 2020» (pag.370). Su Reddit è stato probabilmente individuato lo studio allestito dai Radiohead alla fine degli anni Novanta, dove sono stati registrati Kid A, Amnesiac, In Rainbows.


(la prima immagine qui sotto è dal backstage del video di Nude,
la seconda - e quella sopra - sono tratte dal sito Right Move


Reperto 2
«Dietro di me non c'è il minotauro, bensì un altro specchio. Un palco, Thom Yorke alle tastiere. "I think I missed something / But I'm not sure what", canta in Dawn Chorus. La luce rossa diventa fissa» (pag.372)




Reperto 3
«Immaginate un cerchio di terra arida, come quello del duello finale ne Il buono, il brutto, il cattivo di Leone. Immaginate la musica di Morricone. E immaginate che ai bordi del cerchio, al posto di Clint Eastwood, Lee van Cleef ed Eli Wallach si dispongano Thom, Jonny, Ed, Colin e Phil» (pag.372).




Reperto 4
I video che a maggio 2016 accompagnano l'uscita di A Moon Shaped Pool(pag.380).






Reperto 5
«In seguito arrivano le vignettes, microfilmati d'autore che segnano una sorta di evoluzione dei blips di Kid A ai tempi dei social». Denis Lavant, l'attore che cammina tra le auto in Rabbit in Your Headlights, qui «rimane seduto e mangia un panino invisibile» diretto da Yorgos Lanthimos a 4'17" (pag.380).




Reperto 6
«C'è anche una piccola coincidenza, di quelle che significano poco ma brillano molto, soprattutto se riflesse in una moon shaped pool: il brano True Love Waits spuntò per la prima volta dal vivo in un concerto dei Radiohead il 5 dicembre 1995 a Bruxelles. Il teatro si chiamava La Luna» (pag.382).




Reperto 7
«... la trasferta francesce scivola via in modo assai piacevole, a giudicare dal racconto di Stanley Donwood, che si stabilisce in "una specie di ex granaio dall'altra parte del cortile, con un cavo che lo attraversava e altoparlanti per sentire la musica. Un gran bel posto dove dipingere"» (pag.385)




Reperto 8
«Secondo l'indice di FitteR HappieR, un curioso progetto che nel 2017 ha algoritmicamente messo in fila i dischi dei Radiohead in base alla loro "tristezza", A Moon Shaped Pool è l'album più depressivo della band» (pag.386).




Reperto 9
Incorniciate dalla vetrata nell'atrio del Magazine, le sagome al tramonto dei grattacieli di Canary Whart sembrano disegnare una cartolina dal futuro» (pag.388).



Reperto 10
«C'è un momento in cui Jonny suona una tastiera con una mano e un'arpa con l'altra» (pag.389).



Reperto 11
«Quando arriva Skrting on the Surface, uno schermo scende sopra il palco e inizia a trasmettere il video della canzone, girato da Mark Jenkin nella miniera abbandonata di Rosevale, in Cornovaglia, sessanta metri sotto terra. Il protagonista è Thom, che interpreta un minatore. Come sempre cammina parecchio» (pag.390).




Reperto 12
Always changing definition (pag.391...).




State visitando l'archivio dei video e delle immagini di
Nel labirinto. Thom Yorke. Storie, mito e musica
(Luca Castelli, Sperling & Kupfer, 2022)
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Capitolo precedente:
15. Everyone in His Right Place


Indice dell'archivio





Capitolo 15 - Everyone in His Right Place


Dove si fa conoscenza con Nigel Godrich, Stanley Donwood e Jonny Greenwood.


Reperto 1
I Radiohead e la centrale elettrica di Didcot (pag.340).



Reperto 2
Thom & Nigel / Thom & Stanley / Thom e Jonny (pag.344-366)



Reperto 3
Tre esempi di Nigel Godrich nei panni di Chieftain Mews (pag.349).








Reperto 4
Residential Nemesis, uno dei sei quadri realizzati da Stanley Donwood durante il periodo Kid A/Amnesia e venduti all'asta da Christie's nel 2021. Qui tutti gli altri (pag.352).



Reperto 5
«"Era una storia sulla crescita. Parla di questi bambini che hanno tanti giocattoli e li amano davvero. Quando crescono però li mettono in soffitta e, mentre loro diventano adulti noiosi, nei giocattoli cresce la rabbia per essere stati abbandonati. Così, una sera, quando gli adulti stanno facendo una festa con i loro amici - anche questi incredibilmente noiosi - gli orsacchiotti scendono dalla soffitta e se li mangiano"» (pag.354, foto e aneddoto da 10 things* you should know about Radiohead artist Stanley Donwood).



Reperto 6
Passando in rassegna le quasi quattrocento pagine e le decine di immagini dell'autobiografia There Will Be No Quiet, pubblicata nel 2019, più che nello studio di un illustratore sembra di entrare nel laboratorio di un artigiano deliziosamente folle, un po' tipo il Doc di Ritorno al futuro» (pag.354).



Reperto 7
21 febbraio 2015, St.John the Evangelist Church (Oxford). Jonny Greenwood suona Electric Counterpoint di Steve Reich (da 18'00") con la chitarra che gli venne rubata durante un tour dei Radiohead del 1995, appena recuperata. (pag.356)



Reperto 8
Un video con alcuni brani dei Radiohead in cui Jonny Greenwood suona l'Ondes Martenot e la sua intervista su Les Inrockuptibles a Jeanne Loriod, la musicista responsabile - tanti anni prima - del suo innamoramento per lo strumento. (pag.356-357).





Reperto 9
Jonny Greenwood e il compositore polacco Krzysztof Penderecki (pag.358-359).



Reperto 10
20 agosto 2017, Thom Yorke e Jonny Greenwood live allo Sferisterio di Macerata (pag.360).




Reperto 11
«Tra il 29 e il 30 gennaio 2022 gli Smile si presentano a un pubblico in carne e ossa, con tre live in 15 ore al Magazine London, rivelando un volto più atmosferico e complesso. Le scalette sono identiche: 14 brani inediti, tra cui due vecchie conoscenze (Skrting on the Surface e Open the Floodgates)» (pag.368).




State visitando l'archivio dei video e delle immagini di
Nel labirinto. Thom Yorke. Storie, mito e musica
(Luca Castelli, Sperling & Kupfer, 2022)
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14. Cammina / Danza / Sogna
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16. Nel giardino degli specchi

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Capitolo 14 - Cammina / Danza / Sogna


Dove si parla di minimalismo, passeggiate, streghe e lunghi sospiri.


Reperto 1
7 aprile 2019: Thom Yorke, ospite del Minimalist Dream House Quartet alla Philharmonie de Paris, canta Suspirium e Gawpers (pag.314-315).






Reperto 2
«Il 24 febbraio 2013, il giorno prima della distribuzione di Amok degli Atoms For Peace, esce sul domenicale britannico The Observer un'intervista a Thom Yorke con un titolo decisamente diverso rispetto a quelli a cui eravamo abituati a trovare negli articoli sul cantante dei Radiohead» (pag.316).



Reperto 3
4 dicembre 1993: gli «Heroes and Villains» di Thom Yorke ai tempi di Pablo Honey, raccolti dal NME (pag.316, fonte Citizen Insane).



Reperto 4
«La riflessione sul corpo e sul ruolo sul palcoscenico è influenzata da un'altra novità, di natura affettiva. Nella seconda metà degli anni Dieci Thom inizia una relazione con l'attrice siciliana Dajana Roncione, che sposerà il 19 settembre 2020 nella Villa Valguarnera di Bagheria, vicino a Palermo» (pag.324).



Reperto 5
«Nel 2013 c'è il primo esperimento sulla media distanza: ispirato dalla partecipazione al movimento Occupy, Thom Yorke accetta di collaborare alla colonna sonora di The UK Gold, documentario di Mark Donne sui paradisi fiscali. Il lavoro è diviso a metà con Robert Del Naja dei Massive Attack (pag.326)



Reperto 6
«Suspiria è il vero battesimo» (pag.326).




Reperto 7
«... il Grand Hotel Campo dei Fiori. Costruito nel 1908 sul monte Tre Croci, a nord di Varese, è un maestoso esempio liberty... abbandonato da 50 anni. Luca Guadagnino l'ha scelto come location per gli esterni della scuola di Suspiria (pag.330). In basso l'allestimento del film, con il finto Muro di Berlino.



Reperto 8
HeadZone (Season 5)

#THOMWALKER («in cui Thom cammina o è trasportato a passo d'uomo», pag.330)













#THOMDANCER (pag.331)







#THOMDREAMER (pag.331)

(frammento: il film integrale è su Netflix)


Reperto 9
«"In questo momento mi sembra quasi che se non avessi un visual non farei giustizia al luogo da cui proviene la musica"» (pag.333). Su YouTube sono disponibili diversi live del tour di Thom Yorke con Nigel Godrich e Tarik Barri. Sotto, San Francisco 2018 (ripreso da vicino) e Lisbona 2019 (da lontano).






Reperto 10
«... a giugno del 2020 il primo ballerino della Royal Opera House Marcellino Sambé crea una nuova coreografia intitolata "I can't breathe" basata sulla musica di Suspirium, che Thom Yorke condivide sul suo account Instagram» (pag.336, anche disponibile su Facebook).





Reperto 11
«Pochi giorni prima del lancio di Anima, manifesti, locandine e proiezioni luminose iniziano ad apparire in diverse città del mondo. Ne compaiono anche a Milano, su fogli appiccicati ai vetri delle vecchie cabine telefoniche» (pag.339).





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Nel labirinto. Thom Yorke. Storie, mito e musica
(Luca Castelli, Sperling & Kupfer, 2022)
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13. Simbiosi (o le stagioni del corpo digitale)
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15. Everyone in His Right Place

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lunedì, luglio 18, 2022

Capitolo 13 - Simbiosi (o le stagioni del corpo digitale)


Dove si parla di primavera (The Eraser), estate (Amok), autunno (The King of Limbs) e inverno (Tomorrow's Modern Boxes).


Reperto 1
19 luglio 2009: l'esperimento in solitaria di Thom Yorke al Latitude Festival di Henham Park, nel Suffolk. Con un po' di brani di The Eraser, la prima apparizione live di The Present Tense e altro ancora (pag.292).




Reperto 2
2 ottobre 2009: I non-ancora-così-chiamati Atoms For Peace suonano Atoms For Peace e Judge Jury and Executioner nel loro primo concerto all'Echoplex di Los Angeles (pag.294). Quella sera vede anche il debutto live di Skrting on the Surface, che dovrà attendere 13 anni per uscire sull'esordio dei The Smile.








Reperto 3
«Dal tunnel di un lontano passato riemerge invece una gradita sorpresa: Rabbit in Your Headlights degli U.N.K.L.E.» (pag.296)




Reperto 4
Il Cours d'Expression Corporelle avec Thom Yorke. Su Brain Magazine, nel dettaglio (pag.298-299).



Reperto 5
«... un live crepuscolare, dove i Radiohead si lasciano avvolgere dalle atmosfere di una sezione fiati, azzerano le distanze e rivelano l'anima dietro il collage» (pag.302).




Reperto 6
«... il Thom ballerino che - in camicia bianca e bombetta - si scatena nel video del singolo Lotus Flower» (pag.303).




Reperto 7
«... con un tabloid di 12 pagine, The Universal Sigh, realizzato da Thom Yorke e Stanley Donwood e distribuito in 62 negozi di dischi sparsi per il mondo (Thom e Stanley si improvvisano strilloni davanti al Rough Trade di Londra)» (pag.303-304, il tabloid è in free download sulla Radiohead Public Library).





Reperto 8
The King of Limbs, foresta di Savernake, Wiltshire (pag.304-305).



Reperto 9
Il mondo di Polyfauna (versione 2), la app distribuita nel 2014 e legata alla musica dell'album Tomorrow's Modern Boxes di Thom Yorke (pag.306).




Reperto 10
«Thom e Nigel avevano presentato la canzone nel 2012 a un dj set all'AV Club di Los Angeles» (pag.309).




Reperto 11
«Forse l'ultima cosa che ci si aspetterebbe a questo punto della storia è un concerto unplugged, con Thom e una chitarra da soli sul palco, stile folksinger degli anni Sessanta» (pag.311). Thom Yorke live a Le Trianon di Parigi, 4 e 5 dicembre 2015.






Reperto 12
«... alla fine di settembre del 2017 c'è una nuova creatura che sboccia su Internet e in tv: un video che fa da trailer per la serie di documentari Blue Planet della BBC. (...) La canzone la conosciamo: è Bloom, il brano di apertura di The King of Limbs. Solo che è passata attraverso l'ennesima mutazione» (pag.312).






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Nel labirinto. Thom Yorke. Storie, mito e musica
(Luca Castelli, Sperling & Kupfer, 2022)
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Capitolo precedente:
12. Di arcobaleni e biblioteche
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14. Cammina / Danza / Sogna

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domenica, luglio 17, 2022

Capitolo 12 - Di arcobaleni e biblioteche


Dove si parla di In Rainbows e della cara vecchia Internet.


Reperto 1
10 ottobre 2007: «NO, REALLY. IT'S UP TO YOU» (pag.256).




Reperto 2
30 settembre 2005: «Il problema però è sempre il solito: quale direzione prendere? Come fare a non ripetersi?» (pag.258).



Reperto 3
17 giugno 2006: «"la migliore esperienza di festival che abbia mai avuto negli Stati Uniti"» (pag.258, cit. Jonny Greenwood). Da notare la versione primitiva di Videotape, molto diversa da quella che poi sarà pubblicata in In Rainbows




Reperto 4
La Tottenham House, sede di alcune delle registrazioni di In Rainbows e il non troppo distante "King of Limbs", di cui risentiremo parlare (pag.259).





Reperto 5
«Con tanto di "Yeah!" e battiti di mani dei bambini della Matrix Music School di Oxford, che a marzo 2007 vengono istruiti da Colin Greenwood e Nigel Godrich in persona» (pag.260, qui altre foto dell'incontro).



Reperto 6
«I pesci sono strani come possono esserli quelli di un vecchio film del registra francese Georges Méliès: più che terrorizzare, meravigliano» (pag.261).



Reperto 7
«Mostra i Radiohead che suonano in cerchio il nuovo album: solo loro cinque e la musica. Senza pubblico, sovrastrutture, effetti speciali. Una magia» (pag.262).




Reperto 8
«Nel film del 1976 Il secondo tragico Fantozzi c'è una famosa scena in cui...» (pag.265).




Reperto 9
«Da qui nascono i due filoni principali del laboratorio web della band: una serie di siti ufficiali spiazzanti, affidati alla creatività modello-Exeter di Thom Yorke e Stanley Donwood (il primo, ai tempi di The Bends, si apre con una scritta che è tutta un programma: PLEASE, DON'T STAY LONG)» (pag.268).



Reperto 10
«... il video con proto-selfie di Jigsaw Falling into Place (con telecamere montate sugli elmetti), quello in slow motion di Nude, quello girato con "sensori di prossimità" di House of Cards, il webcast Scotch Mist (strano mix di brani live, remix e altro distribuito nella notte tra il 31/12/2007 e il 1/1/2008» (pag.270).










Reperto 11
«... e da pubblicità che presumibilmente suscitano la severa disapprovazione di Thom, come quella in cui la Capitol si rivolge così ai fan: "Se volete diventare un RADIOHEAD, scrivete a Capitol Records c/o Voglio essere un Creep, Hollywood» (pag.274).



Reperto 12
«... per poi annunciare la vendita della prima t-shirt del gruppo, in cui il logo della Parlophone è trasformato in quello dei Radiohead. La lettera si chiude con un disegnino a mano della maglietta, il cui tratto naïf porta a Thom come principale indiziato» (pag.274).



Reperto 13
Il video del concerto dei Radiohead il 23 agosto 2009 alla Vystaviste Holesovice Exhibition Hall di Praga. Le immagini sono montate in multicam dai fan, l'audio è fornito dalla band (pag.279).




Reperto 14
Le biblioteche online, fondamentale serbatoio di questo libro (pag.279-283):

Reperto 15
«Mi confonde l'idea che la gente riesca a trombare con la nostra musica. Una ragazza mi ha detto che lo fa con Paranoid Android. Paranoid Android?! Ma come?» (pag.281, da 2'46").




Reperto 16
«Addestrato dal manoscritto, noto anche cosa manca: i video del periodo Pablo Honey (Pop Is Dead, Anyone Can Play Guitar, Stop Whispering), il video alternativo di High and Dry (quello ispirato al film Pulp Fiction)...» (pag.282).










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Nel labirinto. Thom Yorke. Storie, mito e musica
(Luca Castelli, Sperling & Kupfer, 2022)
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13. Simbiosi (o le stagioni del corpo digitale)

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