lunedì, marzo 01, 2021

For All

(fonte immagine: The Metropolis Robot 'Maschinenmensch' Project)

For All è un piccolo viaggio espressionista oltre i confini dello spazio e del tempo, tra musica e cinema: 12 canzoni scritte nel 2020, registrate nei primi mesi del 2021 e abbinate a spezzoni di film di un secolo prima, periodo 1920-1932, appartenenti (o in qualche modo affini) alla grande stagione del cinema espressionista. La musica è farina del mio sacco: sono dodici brani nati in versione rudimentale, scarna, voce e chitarra classica, attraversando la pianura deserta del 2020. Capitombolati quasi per caso nel prisma di un Garageband vintage, si sono aperti in uno strano arcobaleno sghembo, dai colori storti e dai flauti sintetici, lontanissimo dall'originale. Mi è venuto naturale prendere questo arcobaleno e intrecciarlo ai film che della sghembaggine e della stortitudine sono diventati sinonimo nella storia del cinema: i capolavori dell'espressionismo. Ci sarebbero un milione di cose da scrivere su di loro: sono tutti dei classici, anche se qualcuno è stato baciato da maggior fortuna nell'immaginario collettivo (Metropolis, Nosferatu, Il gabinetto del dottor Caligari) rispetto ad altri (Varieté, I Nibelunghi, Faust). Io li trovo tutti meravigliosi. E soprattutto, sono a portata di mano: potete recuperarli, in visione libera e integrale, su YouTube. 

Oggi è abbastanza scontato dire che viviamo nell'era e nella società dell'immagine: con tutti gli schermi che ci circondano, compreso quello che state utilizzando per leggere queste parole, come potrebbe essere altrimenti? Ma si tratta di un discorso spesso schiacciato dal peso della quantità: di quei miliardi di immagini che sono scattate, create, condivise, consumate e dimenticate ogni giorno nel mondo, in un processo quasi automatico e ripetitivo quanto quello della macchina infernale di Metropolis. In questi vecchi film screpolati, è incredibile la cura che veniva messa nella qualità di ogni singola immagine: una qualità non intesa come patina superficiale (molti spezzoni oggi risultano quasi disturbanti, con le loro crepe imperfette, ai nostri occhi coccolati dalla levigatezza del digitale), ma come studio dell'inquadratura, delle prospettive, delle linee, degli sguardi, dei movimenti, del senso che si voleva trasmettere. Ecco, il senso. Sono immagini che hanno senso.

Vorrei poter affermare lo stesso delle note, dei suoni, dei rumori, delle parole delle dodici canzoni. Diciamo che ci ho provato. Così come nel rapporto tra musica e immagini: sebbene i brani nascano in modo indipendente, slegati dai film, raccontando altri universi e altre storie, ogni abbinamento ha una sua ragione, a volte più di una, seppur nascosta nel labirinto della mia mente (e in certi casi frutto di sorprendenti piroette dell'inconscio...). Faccio solo un esempio sulla filosofia degli abbinamenti, che in realtà è un'eccezione: l'unico ripiego rispetto a ciò che avrei voluto fare. La traccia numero nove, Swedish Love Song, avrebbe dovuto sferragliare assieme a L'uomo che ride di Paul Leni, ideale antenato del Joker di Batman, tratto da un romanzo di Victor Hugo. Solo che il film del 1928 risulta ancora sotto diritti. Allora ho cambiato Victor, passando a Il carretto fantasma di Victor Sjöström. Si è così materializzato uno strano triangolo svedese, con ai vertici tre film di epoche diverse: la canzone è una dichiarazione d'amore a Lasciami entrare (2008), il titolo strizza l'occhio a A Swedish Love Story (1970), le immagini provengono dal 1921 di Sjöström. 

Questo è lo spirito con cui negli scorsi mesi ho condotto il mio strano viaggio tra spazio e tempo, musica e cinema, amore e morte, fantasmi del passato, del presente e del futuro. Al di là di tutte le parole, però, adesso quel viaggio è libero, suddiviso nei dodici quadri qui sotto. Spero che possiate trovarlo interessante. Magari scoprendo, tra le sue luci e le sue ombre, un vostro senso che io non avrei mai potuto immaginare. Buon espressionismo.


For All
1. Simple (L'ultima risata)
2. Let It Go (Varieté)
3. Prey (I Nibelunghi: Sigfrido)
4. Winning Part / Losing Side (Metropolis)
5. Sea of Fog (Vampyr - Il vampiro)
6. Midnight Sun (Nosferatu il vampiro)
7. 4 AM (Rainwaltz) (M - Il mostro di Düsseldorf)
8. Devil Inside (Il gabinetto del dottor Caligari)
9. Swedish Love Song (L'uomo che ride)
10. Fred (Il Golem - Come venne al mondo)
11. Ain't It To Survive (Faust)
12. For All (Aurora)


1. Simple 
Immagini dal film L'ultima risata (Der letzte Mann, 1924) di Friedrich Wilhelm Murnau.


2. Let It Go
Immagini dal film Varieté (1925) di Ewald André Dupont.


3. Prey
Immagini dal film I Nibelunghi: Sigfrido (Die Nibelungen: Siegfried, 1924) di Fritz Lang.


4. Winning Part / Losing Side
Immagini dal film Metropolis (1927) di Fritz Lang.


5. Sea of Fog
Immagini dal film Vampyr - Il vampiro (Vampyr - Der Traum des Allan Grey, 1932) di Carl Theodor Dreyer. Musica basata su Esercizio 24 di Mario Gangi.


6. Midnight Sun
Immagini dal film Nosferatu il vampiro (Nosferatu, eine Symphonie des Grauens, 1922) di Friedrich Wilhelm Murnau.


7. 4 AM (Rainwaltz)
Immagini dal film M - Il mostro di Düsseldorf (M - Eine Stadt sucht einen Mörder, 1931) di Fritz Lang.


8. Devil Inside
Immagini dal film Il gabinetto del dottor Caligari (Das Cabinet des Dr. Caligari, 1920) di Robert Wiene.


9. Swedish Love Song
Immagini dal film Il carretto fantasma (Körkarlen, 1921) di Victor Sjöström.


10. Fred
Immagini dal film Il Golem - Come venne al mondo (Der Golem, wie er in die Welt kam, 1920) di Carl Boese e Paul Wegener.


11. Ain't It To Survive
Immagini dal film Faust (Faust - Eine deutsche Volkssage, 1926) di Friedrich Wilhelm Murnau.


12. For All
Immagini dal film Aurora (Sunrise: A Song of Two Humans, 1927) di Friedrich Wilhelm Murnau.