Per colpa di Enrico Fabris, sono arrivato tardi a un appuntamento con una casa. Era il 21 febbraio 2006 e il destino crudele aveva fatto coincidere la finale dei 1500 metri di pattinaggio velocità delle Olimpiadi di Torino con la visione di un appartamento in vendita nei quartieri occidentali della città, in una posizione ideale tra la metropolitana (per abbracciare agevolmente il centro) e la tangenziale (per scappare via altrettanto agevolmente) . Sapete com'è, stavo per compiere trent'anni e avevo deciso di porre fine alla mia fase di bamboccionismo a carico dei genitori per inaugurare quella di bamboccionismo indipendente.
Di rinunciare alla gara di Fabris, però, non se ne parlava. Così, mi ricordo che attesi il suo arrivo sul traguardo, davanti alla tv, già imbacuccato e con le chiavi della macchina in mano. Ma non bastò. Attesi anche le ultime coppie di atleti in pista. Quelli che avrebbero potuto fare un tempo migliore del suo, soprattutto i forti americani Davis e Hedrick. Con un occhio alla tv e uno all'orologio, che - secondo dopo secondo, pattinatore dopo pattinatore, Davis dopo Hedrick - mi ricordava che non sarei mai arrivato puntuale all'appuntamento immobiliare. Neanche violando tutte le regole di tutti i codici stradali dell'universo.
E infatti arrivai in ritardo.
Ma solo di una decina di minuti. E senza drammi o punizioni. Questa è una storia dallo zuccherosissimo doppio happy end. Fabris vinse la medaglia d'oro, la terza dopo il bronzo nei 5000 metri e l'oro nell'inseguimento a squadre (con Matteo Anesi e Ippolito Sanfratello) e io mi presi una bella cotta per quella casa dei quartieri occidentali. Ricambiata. Anche in questo momento, mentre scrivo, le sue pareti diventano rosse perché sa che sto parlando di lei. Sono cinque anni che stiamo insieme. Incredibilmente, riusciamo ancora a sopportarci.
Ma solo di una decina di minuti. E senza drammi o punizioni. Questa è una storia dallo zuccherosissimo doppio happy end. Fabris vinse la medaglia d'oro, la terza dopo il bronzo nei 5000 metri e l'oro nell'inseguimento a squadre (con Matteo Anesi e Ippolito Sanfratello) e io mi presi una bella cotta per quella casa dei quartieri occidentali. Ricambiata. Anche in questo momento, mentre scrivo, le sue pareti diventano rosse perché sa che sto parlando di lei. Sono cinque anni che stiamo insieme. Incredibilmente, riusciamo ancora a sopportarci.
(p.s. la qualità del video sopra non fa onore alla straordinaria intensità del racconto che avete appena letto, ma è l'unico che ho trovato su YouTube con la funzione di "embed" attiva; per vederne uno migliore, con la telecronaca Rai originale dell'intera gara di Fabris, andate qua)
Un omaggio ai 150 anni dell'Italia, attraverso vittorie sportive, video d'epoca, telecronache originali.
1. Italia-Germania 3-1 (finale campionati mondiali di calcio 1982)
2. Staffetta 4x10 km di Sci di Fondo maschile (medaglia d'oro alle Olimpiadi di Lillehammer 1994)
3. Novella Caligaris (nuoto 800sl, medaglia d'oro ai Mondiali di Belgrado 1973)
4. Armin Zöggeler (slittino, medaglia d'oro alle Olimpiadi di Torino 2006)
5. Orlando Pizzolato (maratona di New York 1984)
6. Fabrizio Meoni (motociclismo, Parigi-Dakar)
7. La Coppa Davis del 1976 (tennis)
8. Alfredo Binda (ciclismo, il Giro d'Italia del 1927)
9. I Leoni di Highbury (calcio, Inghilterra-Italia 3-2 del 1934)
10. Agostino Abbagnale (canottaggio, Olimpiadi 1988, 1996 e 2000)
11. Marco Pantani (ciclismo, Merano-Aprica, Giro d'Italia del 1994)
12. Zeno Colò (sci alpino, ritorno all'Abetone dopo le Olimpiadi di Oslo 1952)
14. Gabriella Dorio (atletica leggera, medaglia d'oro sui 1500 metri alle Olimpiadi di Los Angeles 1984)
15. Gli Europei del 1968 (calcio)
16. Enrico Fabris e l'Italia d'Oro a Torino 2006 (pattinaggio velocità)