“Non c'è un album del 2014 che mi piaccia davvero”. Così un mio amico sulla strada verso Trieste. Non è un problema solo suo (o del 2014). Sarà l'età che avanza, l'orecchio usurato, la mente stanca o il cuore indurito, ma non sembra anche a voi di essere circondati da album carini, interessanti, ben suonati e altrettanto livellati, tra i quali non emerge quello che – al primo o al decimo ascolto – arriva il momento in cui esclami “fermi, è LUI”? Are We There di Sharon Van Etten conferma questo discorso. La critica lo indica tra i migliori dell'anno. La personale agenda concorda, intrappolandolo però entro i confini del carino. Del molto carino. Per il donnie darko che scrive, preferibile all'uragano Swans: ombroso nell'atmosfera e nei testi, con melodie solide, riconoscibili, alcune destinate a una probabile discreta persistenza nella memoria. Mi piace? Certo. Ma penso che il mio amico si riferisse a un altro livello d'emozione.
Direcly to iPod:
Afraid of Nothing, Taking Chances, Your Love Is Killing Me, Our Love, Every Time The Sun Comes Up.