Nulla si crea nulla si distrugge, tutto si trasforma. Valeva per la conservazione della materia ai tempi di Lavoisier, vale per la produzione di contenuti nel secolo digitale. Nella società liquida ciò che "creiamo" è sempre più spesso una trasformazione - più o meno consapevole, più o meno esplicita - di idee e materiali preesistenti.
Per almeno tre ragioni:
1. Abbiamo a disposizione molti più contenuti (= ingredienti) che in passato;
2. Possiamo utilizzare strumenti che - complice la lingua franca digitale - rendono fattibile, semplice ed economica la manipolazione diretta di qualsiasi contenuto (testi, musiche, immagini fisse e in movimento: nulla sfugge alla nostra bacchetta magica);
3. Le piattaforme di web publishing ci consentono la diffusione immediata e universale delle nostre opere: i mash up esistono non solo perché qualcuno li produce, ma perché chiunque può vederli, subito;
Culturalmente, forse anche senza rendercene conto, ci stiamo abituando alla fruizione di contenuti contaminati/derivativi/remixati: in modo molto più rapido e naturale di quanto non stia facendo l'impianto normativo del copyright, secondo il quale - a eccezione delle alternative tipo Creative Commons - praticamente qualsiasi tipo di manipolazione non autorizzata di contenuti creativi è ancora vietata.
È la remix culture su cui hanno scritto e stanno scrivendo in molti. La remix culture che stiamo contribuendo ad alimentare su quei giganteschi frullatori of everything chiamati social network e che partendo da forme più o meno antiche (citazione, cut up, cover, remake, adattamento) si estende ormai a qualsiasi ambito dell'arte e della comunicazione: la proliferazione dei mash up audio/video, gli articoli di curation e la trasformazione di numeri in idee/infografiche del data journalism, la moda delle liste (e delle playlist), l'esplosione del crossmedia in cui si intrecciano videomaking, pubblicità, informazione, musica, videogiochi, marketing.
A tutto questo è dedicato Remix! Arte, giornalismo e creatività nell'era digitale, un corso che curerò presso la Scuola Holden di Torino. Cinque appuntamenti serali dal 5 maggio al 9 giugno in cui si racconterà l'evoluzione del fenomeno, si mostreranno gli esempi più significativi e si forniranno gli strumenti per entrare nel mondo del remix e realizzare il proprio primo mash up. Magari non complesso, poetico, ipermediale o adrenalinico come quelli citati sotto, ma pur sempre un punto di partenza. Le iscrizioni sono aperte fino al 28 aprile. Maggiori info sul sito www.scuolaholden.it/12129/remix/.