mercoledì, luglio 23, 2014

La quiete dopo la Concordia


Io non so se sarà tutto così, anche nelle prossime ore. Ma in questo momento sul canale 504 di Sky viene trasmesso il viaggio della Concordia dal Giglio a Genova. Una telecamera fissa sulla nave che, da qualche parte nel mar di Toscana, viene trainata silenziosamente verso nord. Il sole è tramontato, le luci a bordo sono accese e minuto dopo minuto – con l'arrivo dell'oscurità – risaltano sullo schermo. Non c'è commento, non c'è quasi rumore, se non il lontano ronzio di un motore (quello della barca con la telecamera, presumibilmente; ma potrebbe anche essere quello dei rimorchiatori). L'inquadratura è quasi fissa, nel senso che ondeggia cullata dalle pigre onde di questa sera di luglio.

Ne seguirò solo pochi minuti, è evidente. Ma è un racconto meraviglioso, quasi un frammento di lenta tv scandinava incastrato nella babele del quotidiano. L'ultimo viaggio del pachiderma d'acciaio, ucciso dalla mediocrità umana e da essa reso assassino di innocenti. Rimasto spiaggiato per lunghi mesi come una balena steampunk, prima di essere riportato in vita dalle gru e dai galleggianti evocati da un maestro vudù sudafricano. Zombi per un ultimo viaggio, verso il macello di Genova. C'è molto sangue, in questa storia. Sangue versato con stupidità, il peggiore. Ma non riesce mica a entrare nello schermo. Il canale 504 trasmette solo immagini di serenità e Concordia. Ti trovi proiettato in una storia di follia che paradossalmente - quasi per chiedere perdono - si trasforma in finestra di tranquillità in mezzo alla follia degli altri canali. Potenziale distorcente del mezzo televisivo, hai di nuovo mostrato ciò che vali. E quanti universi riesci ad attivare con la complicità della nostra mente.

La quiete.

Quiete irreale.

Quiete surreale.

Quiete salmastra.

Poi arriva la pubblicità. Una cosa chiamata Hell's Kitchen, dove tutti urlano e hanno lo sguardo feroce. L'incanto (malefico? benefico? neutro?) svanisce. Si cambia canale, si riaccende il rumore della tempesta.