Io non so se sarà tutto così, anche
nelle prossime ore. Ma in questo momento sul canale 504 di Sky viene
trasmesso il viaggio della Concordia dal Giglio a Genova. Una
telecamera fissa sulla nave che, da qualche parte nel mar di Toscana,
viene trainata silenziosamente verso nord. Il sole è tramontato, le
luci a bordo sono accese e minuto dopo minuto – con l'arrivo
dell'oscurità – risaltano sullo schermo. Non c'è commento, non
c'è quasi rumore, se non il lontano ronzio di un motore (quello
della barca con la telecamera, presumibilmente; ma potrebbe anche
essere quello dei rimorchiatori). L'inquadratura è quasi fissa, nel senso che ondeggia cullata dalle pigre onde di questa sera
di luglio.
Ne seguirò solo pochi minuti, è
evidente. Ma è un racconto meraviglioso, quasi un
frammento di lenta tv scandinava incastrato nella babele del
quotidiano. L'ultimo viaggio del pachiderma d'acciaio, ucciso dalla
mediocrità umana e da essa reso assassino di innocenti. Rimasto spiaggiato
per lunghi mesi come una balena steampunk, prima di essere riportato
in vita dalle gru e dai galleggianti evocati da un maestro vudù
sudafricano. Zombi per un ultimo viaggio, verso il macello di Genova. C'è
molto sangue, in questa storia. Sangue versato con stupidità, il
peggiore. Ma non riesce mica a entrare nello schermo. Il canale 504
trasmette solo immagini di serenità e Concordia. Ti trovi proiettato in una storia di
follia che paradossalmente - quasi per chiedere perdono - si trasforma in finestra di tranquillità in mezzo alla follia degli altri canali. Potenziale
distorcente del mezzo televisivo, hai di nuovo mostrato ciò che vali. E quanti universi riesci ad attivare con la complicità della nostra mente.
La quiete.
Quiete irreale.
Quiete surreale.
Quiete salmastra.
Poi arriva la pubblicità. Una cosa chiamata Hell's Kitchen, dove tutti urlano e hanno lo sguardo feroce. L'incanto (malefico? benefico? neutro?)
svanisce. Si cambia canale, si riaccende il rumore della tempesta.