lunedì, febbraio 10, 2014

Against Me! - Transgender Dysphoria Blues


Nella primavera del 2012 Tom Gabel, il cantante del gruppo punk-rock Against Me!, rivelò su Rolling Stone la sua condizione di transgender. Oggi, quasi due anni dopo l'uscita di quell'articolo, Tom Gabel si chiama Laura Jane Grace e gli Against Me! hanno pubblicato un nuovo album, Transgender Dysphoria Blues, che racconta in modo incredibilmente diretto, emozionante ed efficace la storia di Laura Jane.

Bastano pochi secondi dell'iniziale title-track a proiettarti immediatamente nel vivo della questione. Ci pensano due rullate di batteria, un buon giro di chitarra e versi che lasciano perdere giri di parole o inutili metafore:

You want them to notice 
The ragged ends of your summer dress
You want them to see you
Like they see any other girl
They just see a faggot
They hold breath not to catch the sick

You've got no cunt in your strut
You've got no hips to shake
And you know it's obvious
But we can't choose how we're made 

È l'inizio di un viaggio breve ma intenso: dieci canzoni, neanche trenta minuti, che trattano più o meno tutte lo stesso tema. A parte l'insolita atmosfera acustica di Two Coffins, forse dedicata alla figlia di Laura Jane, il sound è monolitico e non si fa certo notare per il lavoro di produzione (come spiegano le ultime due citazioni al fondo del post, il cammino della realizzazione dell'album è stato piuttosto lungo e tortuoso). 

Per ragioni piuttosto scontate – riassumibili nella triade transgender/chitarre elettriche/approccio punk – un riferimento musicale/visivo che viene subito in mente è il film Hedwig – La diva con qualcosa in più (negli Against Me! non sembrano però trovare spazio elementi glam). Al sottoscritto, l'immediatezza, la freschezza e la semplicità dei brani hanno riportato a galla persino antichi e sfocati ricordi dei Green Day degli anni '90, mentre le recensioni dell'album sul Web spesso rimandano a un incrocio tra sonorità pop-punk e mostri sacri del rock come Bruce Springsteen e Joe Strummer. 

Di fronte a un album come Transgender Dysphoria Blues - anzi, di fronte alla tua reazione positiva, a tratti quasi entusiasta, nei suoi confronti - sorge un dubbio spontaneo: quanto di questo buon feedback è dovuto alla musica e quanto alla storia che circonda la realizzazione dell'album e le faccende personali della cantante? Si tratta di un giudizio in qualche modo drogato e artificiale, in particolar modo tenendo conto della tua sostanziale storica indifferenza/ignoranza di fronte a questo genere di musica (e degli stessi Against Me!)?

Onestamente, penso di sì. Ma non riesco a caricare questa constatazione di significati negativi. Anzi, per me, suona più come la prova naturale che l'impatto di un artista/album/canzone è spesso direttamente proporzionale all'universo che è in grado di creare e/o trasmettere. La musica da sola non basta. Non sempre. Spesso si limita a fornirti uno strato superficiale, sul quale ti diverti a fare un po' di surf. E io, pur con il mio fisicuccio gracile, credo di essere un fuoriclasse di quel tipo di surf d'ascolto. In altri casi però si presenta come una sorta di batiscafo dell'anima (“yellow submarine?”), in grado di trasportarti alla scoperta di oceani più profondi, ricchi di creature meravigliose, emozioni urticanti, pensieri, piaceri, anche tormenti e sofferenze. È il potere della storia, direbbero forse alla Pixar. 

L'oceano che si schiude ascoltando Transgender Dysphoria Blues è davvero molto profondo e fa effetto pensare a come sia compresso in trenta minuti di musica assai lineare. Non ha i connotati del paradiso, spesso si intravedono nelle sue pieghe quantità industriali di schegge dolorose, ma riesce a trasmetterti una sensazione di straordinaria - e tutt'altro che lacrimevole, apatica o nichilistica - umanità. Tra l'altro, con elementi di riconoscibilità anche per chi non ha mai provato disforie di genere. Beati (o forse no?) coloro che non si sono mai trovati a cozzare contro il muro del “... but we can't choose how we're made”. E ancora più beati (decisamente sì) coloro che sono sopravvissuti all'impatto, venendone fuori con il piglio rabbioso e anche un po' iwillsurvivesco della conclusiva Black Me Out:

 I don't ever want to talk that way again
I don't want to know people like that anymore
As if there was an obligation
As if I owed you something

Black me out
I want to piss on the walls of your house
I want to chop those brass rings off your fat fucking fingers
As if you were a kingmaker.
Black me out. 

 I don't want to see the world that way anymore
 I don't want to feel that weak and insecure. 
As if you were my fucking pimp
As if I was your fucking whore. 



Bonus tracks 


“Hanno trovato quel perfetto anello di congiunzione tra il rock da stadio di Bruce Springsteen e il punk rock anni '90/'00 che già inseguivano nei dischi precedenti” (Sputnikmusic e, davvero, non solo Sputnikmusic) 

“Il disturbo dell'identità di genere (spesso abbreviato in DIG), detto anche disforia di genere, è un disturbo in cui una persona ha una forte e persistente identificazione nel sesso opposto a quello biologico cioè quello assegnato anagraficamente alla nascita. Il termine disforia di genere venne introdotto nel 1971 da Donald Laub e Norman Fisk. Il DIG è indipendente dall'orientamento sessuale e non va confuso con esso” (Wikipedia

Nel brano Osama Bin Laden As The Crucified Christ, in modo piuttosto inatteso viene ringhiato a ripetizione un frammento di storia d'Italia: “You're gonna hang like Benito from the Esso rafters / Hang like Clara with her skull caved in

“In origine, Grace concepì il progetto di un album su una prostituta transessuale. Durante le prime fasi di realizzazione dell'album, tuttavia, Grace rivelò prima alla band e poi al mondo (attraverso l'articolo del 2012 su Rolling Stone) che lei stessa era una transgender. Una volta che Grace rese nota la sua fase di transizione, le dinamiche dell'album e quelle interne alla band cambiarono. Già destinato al ritorno a uno status indipendente dopo la parentesi alla Sire, il gruppo si frantumò durante le registrazioni nei Total Treble Studios. Alla fine delle sessioni, la sezione ritmica della band era stata sostituita: (della formazione precedente) rimanevano solo Grace e il chitarrista James Bowman" (All Music

“Band lascia major / batterista lascia band / viene rimpiazzato da giovanotto che restituisce vigore ai concerti della band / band crea sua propria etichetta / cantante rivela di essere transgender / band inizia a registrare album / batterista lascia improvvisamente band / band cancella tour con Bad Religion / album è ri-registrato con batterista temporaneo / batterista diventa membro permanente / bassista abbandona / Fat Mike aiuta band a finire le cose / album viene ri-registrato un'altra volta” (la gestazione di Transgender Dysphoria Blues riassunta da Punknews)


YouTube → iPod 

Transgender Dysphoria Blues 

True Trans Soul Rebel 

Black Me Out (live)