La notte del 15 ovresto 2483, il navigatore Jakovlenko si fermò sul bordo della strada per svuotare la vescica. Mentre procedeva nell'operazione, i suoi occhi colsero un luccichio in basso tra i cespugli. Jakovlenko scostò il fogliame con il piede, temendo di incontrare lo sguardo imperturbabile di una lexamera dell'Alleanza. Con sollievo, raccolse invece un sottile parallelepipedo di metallo scuro e crepato. Su una superficie brillavano i resti di una sfera argentea, l'altra era uno schermo. Jakovlenko riconobbe un manufatto di comunicazione del XXI secolo, come quelli collezionati da suo padre. Il navigatore aprì il polso, estrasse i cavi della batteria quantica e li collegò all'apertura sul fondo del dispositivo. Quindi diede energia. Due figure apparvero sullo schermo, mentre una musica arcana si alzava verso la fredda falce di luna. “Che civiltà misteriosa e affascinante”, pensò Jakovlenko, ancora con i pantaloni abbassati.