mercoledì, ottobre 24, 2012

Sei fuori! (quando Amazon decide di non farti più entrare sul Kindle)


E’ un moderno racconto dell’orrore digitale quello che ha visto come protagonista, un paio di giorni fa, un’utente norvegese di Amazon, improvvisamente cacciata dal servizio di gestione ebook: account cancellato, libri regolarmente acquistati smaterializzati dal suo Kindle e una sorta di uomo-robot a rispondere come un muro di gomma alle sue email, senza offrire spiegazioni, ma semplicemente ripetendo come un Briatore qualsiasi: “Sei fuori!”.

La storia è venuta fuori grazie al post di un amico, Martin Bekkelund, che ha raccontato la versione di Linn (la ragazza “espulsa”) sul suo blog, con tanto di copia-e-incolla del surreale scambio di email con Amazon. Quando è uscito il post, il dramma era ancora in corso. Il tam tam antisopruso ha impiegato poche ore a raggiungere le antenne di autorevoli e influenti commentatori del web, come Jeff Jarvis e Cory Doctorow, che hanno prontamente fatto da megafono alla vicenda. Simon Phipps ha anche contattato la ragazza norvegese e il suo è forse il resoconto più dettagliato di quanto accaduto. 

Alla fine, come per magia e nonostante l’uomo-robot avesse invitato Linn a lasciare ogni speranza, l’account è stato “misteriosamente” riattivato e tutto si è sgonfiato. A chi volesse saperne di più, consiglio di consultare gli articoli linkati sopra. Ne viene fuori un bel groviglio. Esattamente lo stesso che avvolge qualcosa all’apparenza così semplice, leggero, moderno ed efficiente come il sistema di “vendita” di libri elettronici su Amazon. Un meccanismo in grado di regalarti non poche gioie – come può testimoniare il sottoscritto, che da poco ha finalmente ceduto alla tentazione e si è acquistato un Kindle – e che tuttavia si poggia su basi legali, tecnologiche e anche filosofiche un po’ inquietanti. E assai diverse rispetto a ciò a cui eravamo abituati nel mondo predigitale in cui i contenuti si acquistavano per davvero. Non si veniva solo illusi di farlo. 

Su molti negozi di ebook, Amazon compreso, domina ancora quella parolina che per quasi un decennio ha imperversato nel mercato della musica digitale: DRM. Digital Rights Managements. I contenuti che acquisti (nella fattispecie, i libri elettronici) e scarichi sul tuo bel dispositivo portale, in realtà non diventano tuoi. Li hai solo presi in licenza e risponderanno sempre alle regole dei citati DRM. Ma quello forse sarebbe il meno. Il più è che, per come è strutturato, Amazon esercita un controllo diretto sul contenuto digitale e sul network dei Kindle. E se ti scopre a violare le sue regole (o pensa che tu lo abbia fatto: nel caso di Linn non sembra ci sia stata alcuna violazione), può intervenire a distanza. Agire sul dispositivo, magari quando riposa sul tuo comodino mentre dormi, cancellarti i libri. 

Con l’aggravante, come dimostrato dallo scambio di email che ha coinvolto l’utente norvegese, di lasciarti nell’impossibilità pratica di reagire. Se Golia ha deciso che sei fuori, tu piccolo Davide non puoi fare nulla. Se non ci fosse stata la levata di scudi popolare e l’intervento dei vari Jarvis e Doctorow, è possibile che l’inconveniente non venisse mai risolto. Di certo non così in fretta. E tutti i libri acquistati (e pagati) dall’utente norvegese sarebbero scomparsi nel nulla, come le ormai proverbiali e triste lacrime nella pioggia. 

Il problema non è di poco conto. Ci sono molteplici risvolti: 
  • economici/industriali: è giustificabile il costo così alto di libri elettronici che di fatto (oltre a essere digitali, e quindi non prevedere costi di stampa o distribuzione fisica), ti vengono solo prestati?; 
  • legali: l’eterna controversia sul diritto d’autore e sul copyright trasformato più in strumento di controllo e sfruttamento dei contenuti, che di stimolo della produzione creativa;
  • commerciali/concorrenziali: in casi come questi, di fatto, il DRM è inteso come mezzo per rafforzare un monopolio o comunque un controllo ferreo sul mercato; quello di Amazon/Kindle, come l’universo mobile Apple/App Store, è un recinto chiuso; 
  • filosofici/etici: è auspicabile lo sviluppo e la diffusione di sistemi di controllo a distanza così invasivi e potenti? Anche qui non sussiste qualche problema di privacy? (la domanda è rivolta soprattutto alle istituzioni, a cominciare dalla Commissione Europea)
  • paradossali: come hanno segnalato molti degli utenti che hanno commentato il post di Martin Bekkelund e gli altri articoli citati sopra, alla fine l’unico modo che hai per fare in modo che un contenuto sia davvero tuo è di piratarlo, spogliarlo dei DRM (incorrendo automaticamente nell’ira di Amazon), scaricarlo in formati liberi dal P2P. Un problema che nel campo della musica è venuto meno quando i due principali competitor del mercato, prima la stessa Amazon poi Apple, hanno convinto i produttori a vendere brani privi di DRM;  
Come detto, l’ecosistema Kindle offre dei servizi a elevato valore. La sua bright side è ricca di possibilità e di funzioni che rendono la lettura (e anche il commercio di ebook, dal punto di vista degli autori) un’esperienza addirittura più piena, libera e potente che in passato. Personalmente, quei nanosecondi che trascorrono dal momento in cui scopro che è uscito un libro in lingua inglese che mi interessa, faccio un one-click e mi arriva sul lettore hanno ancora il sapore della magia. C’è però anche una dark side. Ed è piuttosto appiccicosa. Leggendo storie come quella di Linn, scende qualche brivido lungo la schiena e sale il dubbio che la direzione non sia quella giusta, che ci sia bisogno di correggere qualcosa. 

Il lato positivo di tutta la faccenda? Forse proprio il modo in cui la bomba è stata disinnescata. Il passaparola sui social network, sulle mailing list (io ho scoperto la notizia su quella di Nexa) e l’intervento di figure forti, indipendenti, che hanno portato la storia all’attenzione di un pubblico più vasto e hanno probabilmente velocizzato la soluzione del problema. Ci sono tanti fastidi nella possibilità che oggi tutti hanno di dire la loro su Internet. Anche lì, il lato oscuro (e soprattutto rumoroso) non manca. Ma la superiorità della bright side – la nascita di una nuova generazione di cani da guardia, tosti e globali, in grado di non lasciar passare scorrettezze, ingiustizie, problemi o anche solo spiacevoli inceppamenti del sistema – è ancora netta.

(a proposito di politiche reader-friendly, totale assenza di DRM e un approccio sostanzialmente diverso alla vendita di e-book, proprio oggi ho scritto su LaStampa.it un articolo su tutta un'altra storia: Il miracolo degli Humble Bundle, gli e-book a prezzo libero).