Uno dei miei chiodi fissi sul rinnovamento della musica (e dell'arte in generale) è legato alla possibilità di aggiungere nuovi ingredienti e alla capacità di mescolarli in modo da creare qualcosa di inedito. E' un discorso, in fondo già ben conosciuto dagli alchimisti, vecchi e nuovi, del remix - che può svilupparsi in direzioni anche piuttosto radicali. Nel caso della musica, aggiungere nuovi ingredienti significa andare oltre alle sette note e agli accordi, utilizzando anche altri mattoncini sonori. Le singole battute/rumori di un film, per esempio, che oggi la tecnologia rende molto più facilmente selezionabili e manipolabili che in passato.
E' ciò che da tempo fa Pogo con i suoi mix su YouTube, di cui questo orchestrato su Pulp Fiction è solo l'ultimo in ordine di tempo. Potrà risultare un po' scorbutico alle nostre orecchie, ormai abituate a riconoscere e accettare solo determinati tipi di composizioni, ma credo che ci sia molto più futuro in qualcosa del genere - soprattutto quando si maturerà un distacco più netto dai contenuti d'origine e non si cadrà nella trappola del semplice esercizio di stile/tecnologia/software - che non nel tentativo di tirar fuori qualcosa di eccitantemente rock dall'ennesima ricombinazione di un do, un fa e un la minore.
Il do, il fa e il la minore iniziano ad avere gli orizzonti un po' limitati. Da soli, credo che non siano più in grado di tirar fuori qualcosa di nuovo (soprattutto seguendo i canoni del pop/rock). Suoneranno sempre piacevoli e sempre un po' vecchi: splendide imitazioni di qualcosa che c'è già stato. Hanno bisogno di essere combinati con qualcos'altro. Abbiamo bisogno di imparare a usare tutti questi strani ingredienti a nostra disposizione. Allontanandoci dall'idea di pura canzone, di semplice musica? Forse il punto è proprio quello. La nuova arte, se mai arriverà, sarà completamente slegata alle categorie tradizionali. Se no, cosa avrebbe di nuovo?