Sarà per la sua origine partenopea, per l'accento, per i lineamenti, per quello sguardo un po' da scugnizzo, ma Patrizio Oliva l'ho sempre visto - ai tempi dei suoi exploit mondiali - come una specie di simbolo di un pugilato mediterraneo. All'italiana. Tra pizza, spaghetti e un tramonto con il Vesuvio e il Golfo di Napoli sullo sfondo. Se Piero Pelù aveva provato a inventarsi (senza troppo successo) quella cosa strana chiamata med-rock, nella mia immaginazione Patrizio Oliva è l'alfiere della med-boxe. Una med-boxe tutt'altro che provinciale, però, che l'atleta campano portò almeno due volte in cima al mondo: prima vincendo la medaglia d'oro nei superleggeri a Mosca 1980 e poi conquistando il titolo mondiale WBA, nella stessa categoria, nel 1986. I miei ricordi riguardano proprio gli incontri del mondiale WBA: la vittoria contro l'argentino Ubaldo Nestor Sacco, le conferme contro Brian Brunette (ko facile) e Rodolfo Gonzales (combattuta e ai punti), la sconfitta contro Juan Martin Coggi. Del match contro Gonzales sono disponibili su YouTube tutte le quindici riprese, con doppio commento spagnolo e italiano (doppio, nel senso che sono sovrapposti). Sopra, trovate le ultime cinque riprese e la proclamazione del vincitore. Nell'era di Internet, intanto, Oliva è rimasto battagliero come un tempo: come dimostra questo intervento in prima persona (con nickname patol), nel 2004, su un forum in cui non si parlava in termini molto lusinghieri delle sue vittorie.
150 gol (... e altro ancora)
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