E qui scende la lacrimuccia. Perché la vittoria di Gelindo Bordin nella maratona alle Olimpiadi di Seul 1988 è una di quelle gare che - da spettatore televisivo - ricordo con maggior emozione. Ricordo la sveglia puntata alle primissime ore di una domenica mattina, un po' come si fa per i Gran Premi di Formula 1 che si corrono in Asia. Ricordo la sorpresa nel vedere un italiano tener testa a questi magrissimi atleti dai nomi strani (Wakihuri, Saleh) e dalle origini ancora più esotiche (quando senti parlare di Gibuti a 12 anni, non puoi che immaginare chissà quale luogo magico e misterioso). E ricordo quegli ultimi favolosi tre chilometri: la progressione del corridore veneto, quel suo fiero cipiglio barbuto che avrebbe fatto invidia ai guerrieri di Sparta, il terrore, la stanchezza e infine la rassegnazione nello sguardo degli avversari, i sorpassi, l'ingresso nello stadio, primo davanti a tutti. Un'impresa epica, raccontata con una splendida appassionata telecronaca da Giacomo Mazzocchi e Luciano Gigliotti su Telemontecarlo ("Ancora una volta l'Italia dei miracoli, l'Italia della passione, l'Italia del sacrificio, l'Italia degli onesti lavoratori..."). Quasi un romanzo. Che potete rivivere, nei suoi decisivi dieci minuti finali, nel video sopra.
150 gol (... e altro ancora)
Un omaggio ai 150 anni dell'Italia, attraverso vittorie sportive, video d'epoca, telecronache originali. Per l'elenco completo dei video, clicca qui.