Quando Sumbu "Patrizio" Kalambay conquistò il titolo mondiale WBA dei pesi medi, sconfiggendo Iran Barkley il 13 ottobre 1987 a Livorno, l'Italia si scoprì improvvisamente più multietnica. Nativo dello Zaire e naturalizzato dal 1980, Kalambay fu uno dei primi atleti di colore a indossare con successo la maglia azzurra, anticipando i big dell'atletica (Fiona May, Andrew Howe) e la prima stagione dei figli di immigrati (Mario Balotelli, Angelo Ogbonna). Non ricordo molto dell'incontro, ma ricordo bene gli articoli sui giornali, i commenti per strada, il fenomeno di costume. Kalambay, quel titolo lo difese con onore per un annetto abbondante (vincendo con Mike McCallum, Robbie Simms e Doug DeWitt), prima di lasciarsi tentare dalla disastrosa sfida contro Michael Nunn (Las Vegas, 23 marzo 1989, ko dopo appena 88 secondi). Visto che - come ci ha insegnato Rocky - la boxe è spettacolare soprattutto quando uno dei due pugili finisce a terra, sopra trovate la fase finale dell'incontro tra Kalambay e DeWitt, forse il più agevole della stagione mondiale di Patrizio, conclusosi al settimo round. Ai veri appassionati, però, probabilmente farà più piacere recuperare l'intero incontro del marzo 1988 contro il giamaicano Mike "The Body Snatcher" McCallum, che - sebbene imbattuto e favoritissimo alla vigilia - venne sconfitto da Kalambay al termine di dodici round intensi, condotti alla perfezione dal pugile italiano (che da quel giorno, si guadagnò il soprannome di "Professore"). Su YouTube, il match è diviso in quattro parti, con commento Usa: 1, 2, 3, 4.
150 gol (... e altro ancora)
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