martedì, giugno 14, 2011

Il trionfo del Settebello a Barcellona 1992 (150 gol)



9 agosto 1992. Barcellona. Piscina Bernat Picornell. Nell'ultimo giorno delle Olimpiadi estive, Italia e Spagna si sfidano per la finale di pallanuoto maschile. Il pubblico di casa vuole chiudere in bellezza un'edizione indimenticabile dei Giochi, in grado di rilanciare in ambito internazionale tanto la penisola iberica quanto soprattutto Barcellona, che proprio da quelle Olimpiadi decollò per diventare una delle città europee più dinamiche degli ultimi vent'anni. Le tribune sono piene, diciottomila spettatori, tra cui il re Juan Carlos, ripetutamente inquadrato dalle telecamere. Anch'io sono un (tele)spettatore, a migliaia di chilometri di distanza. E mi ricordo tutto, o quasi, di quel pomeriggio di acqua e fuoco.

Bardonecchia. Nel bel mezzo delle vacanze estive in montagna. Bar della stazione. Minuscola televisione nella saletta dei videogiochi, attorno a cui si fermano prima una decina di persone, che diventano poi quindici, venti, trenta, cinquanta, man mano che la partita entra nella leggenda. L'Italia tiene botta all'urto dei padroni di casa. Anzi, sembra più volte in grado di controllare il risultato. Va sul 4-1, poi sul 6-3, ma la Spagna reagisce e i tempi regolamentari finiscono 7-7. Si va ai supplementari. 0-0. 1-1. 0-0. 0-0. 0-0. Niente calci di rigore. Come vuole il regolamento, si prosegue a oltranza. Un mio amico freme: ha preso in prestito la bici per venire in stazione, deve riportarla indietro alla legittima proprietaria, che deve andare a messa. Nessuno avrebbe potuto immaginare una simile e lunga appendice. Ma non si può mica interrompere tutto sul più bello, anche Gesù sarà d'accordo, anzi ormai anche lui ci deve aver raggiunto in un bar che è sempre più caldo e affollato. E infatti, al termine del sesto supplementare avviene il miracolo. Il sogno epico diventa realtà: Ferdinando Gandolfi si smarca sulla sinistra, un compagno lo vede, passaggio, tiro, gol!

Manca una trentina di secondi alla fine. La Spagna ci prova, una traversa ci sorride. E' il trionfo. Quindici anni dopo, in apertura del suo libro "Todos mis hermanos", persino il capitano e simbolo della squadra spagnola, Manuel Estiarte, la definì "la partita perfetta". Nella stazione di Bardonecchia, l'euforia è quella del mondiale di calcio. Per qualche minuto, si diventa tutti amici, e via con sorrisi e pacche sulle spalle. Gesù moltiplica la birra e offre da bere a tutti*. Nessun po-po-po, all'epoca, ed è meglio così. Io che non ho potuto vivere in diretta i supplementari di Italia-Germania 4-3 a Messico 1970, mi consolo con quel ricordo. La mia Italia-Germania 4-3 è l'Italia-Spagna 9-8 di pallanuoto, a Barcellona 1992. Il mio piccolo Rivera è Nando Gandolfi, che chissà che cosa sta facendo oggi. E quasi vent'anni dopo, rivedere quel gol nelle immagini sfocate di YouTube (al minuto 2'37" del video sopra), è un'emozione ancora grandissima. Con una differenza significativa: a Barcellona, per fortuna, finì tutto quel pomeriggio. Non c'era nessun Brasile di Pelé, appollaiato dietro l'angolo, pronto a rovinarci la festa.

* Alcuni storici dubitano che ciò sia realmente avvenuto.  

150 gol (... e altro ancora)
Un omaggio ai 150 anni dell'Italia, attraverso vittorie sportive, video d'epoca, telecronache originali. Per l'elenco completo dei video, clicca qui.