Ritorno al futuro è magico. Non è solo un film che parla di un viaggio indietro nel tempo. E' anche un film che ti riporta indietro nel tempo. Senti parlare di Marty McFly, di DeLorean, di flusso canalizzatore, di libici e - zac - ti ritrovi negli anni '80. Arrivi quasi a rimpiangerlo quel decennio. E chissenefrega se è proprio quello in cui è iniziato l'imbarbarimento della società occidentale contemporanea. E' chiaro, fin troppo banale: stai rimpiangendo la tua adolescenza.
E' azzeccatissimo, Back To The Future, come titolo per il progetto fotografico di Irina Werning. Una raccolta di scatti in cui i soggetti rimettono in scena vecchie foto di cui erano stati protagonisti molti anni prima. La stessa posa, gli stessi sorrisi, gli stessi abiti (o qualcosa di simile). Qualche ruga in più, qualche capello in meno, un volto più adulto. L'effetto è un miscuglio di sensazioni: malinconia, gioco, surrealismo, serenità. La fragilità del tempo che passa. Ma anche la bellezza di ritrovarsi, almeno per un istante, se stessi nel tempo che passa.