sabato, novembre 13, 2010

We want to sleep with common people.



La reunion nineties del 2009: i Blur.
La reunion nineties del 2010: i Pavement (Soundgarden, dovevate provarci con un po' più di convinzione)
La reunion nineties del 2011: i Pulp.
Tutti già sbavano per Jarvis Cocker e i suoi sodali. Per l'annunciata esibizione estiva a Hyde Park. Per il Primavera di Barcellona. Per la possibilità di scatenarsi in un'unica grande orgia ascoltando finalmente dal vivo quella Common People ballata e sudata un miliardo di volte negli indie-club (il brano dei Pulp è l'unico che avrebbe possibilità di non finire subito ko in un ipotetico scontro tra pesi massimi con Love Will Tear Us Apart dei Joy Division). Su Internet, iniziano a comparire piccoli post/saggi dedicati alla canzone, ma se avete un'oretta a disposizione e ve la cavate con l'inglese, non perdetevi il documentario della BBC The Story of Common People. Andato in onda a inizio 2006, è interamente disponibile su YouTube. Ed è una meraviglia. Si vede il negozio dove Jarvis Cocker comprò la sua tastiera, l'improvvisata sala prove dove la band sviluppò la canzone, la discoteca dove venne girato il video, lo studio dove venne registrata. Si va a caccia della misteriosa musa del brano: la ragazza "che arrivava dalla Grecia e studiava scultura al St.Martin's College". Si ritrovano tutti i membri della band, il produttore, il regista del videoclip, l'attrice protagonista. Si vedono straordinari filmati d'epoca. Si scoprono cose curiose (dall'improponibile duo che "scippò" alla canzone il numero 1 in classifica al fatto che i Pulp erano stati fondati dal quindicenne Cocker nel... 1978!). Si accarezza la dolce e terribile maledizione dell'one big shot: il colpo della vita, per cui sarai ricordato in eterno, come se non avessi fatto nient'altro. Soprattutto, si respira a pieni polmoni l'aria scanzonata del brit pop degli anni '90, di cui - alla faccia di Blur e Oasis - questa canzone è probabilmente la colonna sonora più rappresentativa. Insomma, davvero, è una meraviglia. Di più, un'esaltazione. E dopo averlo visto, ti viene ancora più voglia di pianificare una capatina a Londra, Barcellona o ovunque i Pulp suonino la prossima estate. Anche solo per partecipare a quei cinque minuti di bunga bunga collettivo in mezzo alla common people.