Letteralmente entusiasta per il concerto degli A Toys Orchestra (feat. Beatrice Antolini), ieri sera a Spazio 211, di cui qui sopra trovate la scaletta (sulla destra dei titoli ci sono anche i codici per il piano d'invasione americano in Corea del Nord, ma fate finta di non averli visti...). Molti elementi a favore. Innanzitutto, le melodie. L'ultimo disco, Midnight Talks, ne è farcito. E sono belle melodie. Poi, il modo in cui queste melodie sono intrecciate, dilatate, arrangiate, arricchite. We live in the age of complexity, baby. Quindi, il muro di suono creato dal vivo: batteria pestatissima, chitarra e basso voluminosi, tastiere (e sax, e qualche altro effetto assortito) belle concrete e grazie al cielo non caraibiche o indiepoppeggianti, voce orgogliosa e anglosassone (con saltuario contrappunto sexy femminile). Il tutto, ben mixato e orchestrato (d'altronde, visto il nome del gruppo...) Genere? Boh, io dentro ci ho trovato un po' di tutto, in un arcobaleno rock che va dagli Shins ai Muse. Aggiungiamoci pure un locale bello pieno, sudato e partecipe. E un impatto estetico non indifferente. Insomma, la memoria a breve termine ormai è una barzelletta, ma per il sottoscritto al momento potrebbe essere il più bel concerto del 2010. Nella grigia domenica mattina torinese, se ne sentono ancora sprizzi di sfavillante energia. Che sia a Roma, Bologna, Avellino o Agropoli, andateli a vedere... e intanto, lasciatevi cullare da questo mash-up acquerelloso...