All'una sono finalmente riuscito a intervistare il professor Peppino Ortoleva, esimio studioso di media vecchi e nuovi e curatore della mostra Luci del teleschermo. L'argomento dell'intervista (che finirà sul primo numero mensile del Mucchio Selvaggio) è stata la televisione. Avevo ricordi positivi dell'Ortoleva professore universitario e sono rimasto entusiasta anche dell'Ortoleva "studioso-di-media-vecchi-e-nuovi-intervistato-da-un-mensile". Ha risposto con gran vigore alle mie domande, affrontando circa mezzo miliardo di argomenti, concetti e punti di vista e sarà dura comprimere il tutto in 8000 battute.
Tra le idee più illuminanti (e inquietanti), secondo me c'è il ribaltamento della questione se la televisione di oggi con tutti i suoi grandi fratelli e le sue loredane lecciso stia rimbambendo e de-alfabetizzando il pubblico. Forse sarebbe meglio porre l'accento su cosa vuole veramente il pubblico. Anzi, su cosa non vuole. Non è assolutamente vero, dice Ortoleva, che l'audience televisiva media quando si siede davanti al teleschermo voglia sapere qualcosa di più di quello che già sa. E la tv risponde proprio a questo bisogno. Coccola il pubblico, lo rassicura, gli dice: "tu vai bene così, sei perfetto e io non minaccerò la tua perfezione insegnandoti chissà cosa".
E non pensiamo che si tratti solo di un discorso televisivo. Un ragionamento del genere calza molto bene anche per buona parte degli elettori americani di George Bush, che cercavano un candidato che li tranquillizzasse sul fatto che le cose stanno benissimo così, che non bisogna mica chiedere qualcosa di più, anzi che bisogna difendere strenuamente lo status quo (da qui l'importanza fondamentale della sicurezza). Così siamo e così vogliamo rimanere, insomma. Con tanti saluti al progressismo illuminista e al presunto innato desiderio umano di conoscere e sapere...
Mi sembra una specie di auto-oscurantismo all'occidentale, che si affianca all'oscurantismo religioso del mondo arabo e a quello politico di Cina, Cuba e degli altri paesi sotto dittatura.
Ma bisogna essere ottimisti: non finirà così. E alla fine grazie agli U2 e ai pompieri di New York, i lumi della ragione e della curiosità intellettuale e culturale torneranno a risplendere sulle nostre strade. D'altronde, non eravamo fatti per seguire virtute e conoscenza?
(happy end positivo, alla hollywoodiana)