Sul sito del New York Times oggi c'è un articolo sulla crisi del settore dei dvd.
Nel 2006 sono stati distribuiti nei negozi un miliardo e seicentocinquanta milioni di dischi (l'articolo non specifica se negli Stati Uniti o in tutto il mondo, propenderei per la prima ipotesi). Dopo anni di crescita, per la prima volta la cifra corrisponde più o meno a quella dei dvd distribuiti nel 2005. In un'ottica capitalistica/consumistica, lo stallo è sinonimo di crisi. O si cresce o si muore (e prima o poi forse bisognerà cercare di superare questo ricatto economico).
Per quanto riguarda il numero dei titoli pubblicati, poi, si è addirittura scesi: 12887 contro i 13712 dell'anno precedente. Una diminuzione del 6% circa.
12887 nuove uscite non sono poche, vogliono dire comunque circa 35 nuovi titoli al giorno.
Tuttavia la contrazione certifica la grande differenza tra Internet e il mondo fisico.
In Rete, come sottolinea la teoria della "lunga coda", il numero dei titoli disponibili (film, ma anche musica, software, ebook) è destinato a non ridurre mai. Non ci sono problemi di spazio e neanche spese di produzione. Se pensate che su un piccolo iPod si può conservare la colonna sonora della propria vita, è chiaro come a un negozio online bastino pochi server per contenere l'intera produzione musicale/cinematografica di tutti i tempi. E per aggiornarla senza problemi, anno dopo anno, con decine di migliaia di nuovi titoli.
Nei negozi, nelle videoteche, nei grandi magazzini questo non è possibile.
Per ragioni di spazio, innanzitutto.
E anche perché la curva dei profitti sembra ormai piegare verso il basso e produrre tanti dvd sta diventando meno vantaggioso che in passato.
Le case di produzione e distribuzione più piccole vanno male, scrive il New York Times. Alcune hanno chiuso, altre stanno iniziando a limitare le uscite. Mentre la coda si "allunga" su Internet, nel mondo dei supporti fisici si "accorcia" sempre di più.
Questo accade in un periodo in cui il cinema su Internet è ancora in fase embrionale: i negozi online ufficiali si contano sulle dita di un mano e anche la diffusione di film tramite P2P, seppur già molto diffusa, non è ancora capillare e globale come quella di canzoni. Figurarsi quando la gente si abituerà davvero a utilizzare la Rete come fonte primaria per i film. La crisi è destinata a diventare un tracollo.
C'è una categoria che soffrirà particolarmente nei prossimi mesi e anni: quella delle videoteche. Il grido d'allarme e di dolore di chi lavora nel settore è già piuttosto forte, come testimoniano i messaggi pubblicati nel forum specializzato Videotecheforum.it (un forum molto interessante, perché rivela segreti e "dietro le quinte" sulla gestione di una videoteca... peccato solo che, appunto, il momento non sia proprio dei migliori).
Ma c'è un intero settore industriale che rischia di incorrere in uno dei più grandi flop della storia dell'home entertainment. E' quello dei produttori di dvd di nuova generazione, i BluRay e gli HD DVD. L'alta definizione è un elemento di richiamo per il pubblico e lo sarà sempre di più man mano che i prezzi dei televisori a lcd e al plasma diventeranno più abbordabili. Ma l'impressione è che quando si arriverà al momento della grande transumanza verso l'hd, sarà Internet ad approfittarne. La banda larga sarà ancora più larga, il catalogo online sarà praticamente infinito (il trionfo della "lunga coda"), gli utenti saranno ancora più alfabetizzati e più abituati a scaricare contenuti multimediali direttamente sul pc di casa. La Rete, insomma, sarà matura abbastanza per diventare il canale di distribuzione principale di film ad alta qualità. Sarà la tv-on-demand/cinema del futuro.
E' sempre difficile trarre indicazioni dalla sfera di cristallo dell'high tech. Le condizioni del mercato cambiano rapidamente e spesso in modo imprevedibile. Ma sembra piuttosto evidente come - ancora prima di essere nati - i BluRay e gli HD DVD corrano il serio rischio di essere già morti.
Nel 2006 sono stati distribuiti nei negozi un miliardo e seicentocinquanta milioni di dischi (l'articolo non specifica se negli Stati Uniti o in tutto il mondo, propenderei per la prima ipotesi). Dopo anni di crescita, per la prima volta la cifra corrisponde più o meno a quella dei dvd distribuiti nel 2005. In un'ottica capitalistica/consumistica, lo stallo è sinonimo di crisi. O si cresce o si muore (e prima o poi forse bisognerà cercare di superare questo ricatto economico).
Per quanto riguarda il numero dei titoli pubblicati, poi, si è addirittura scesi: 12887 contro i 13712 dell'anno precedente. Una diminuzione del 6% circa.
12887 nuove uscite non sono poche, vogliono dire comunque circa 35 nuovi titoli al giorno.
Tuttavia la contrazione certifica la grande differenza tra Internet e il mondo fisico.
In Rete, come sottolinea la teoria della "lunga coda", il numero dei titoli disponibili (film, ma anche musica, software, ebook) è destinato a non ridurre mai. Non ci sono problemi di spazio e neanche spese di produzione. Se pensate che su un piccolo iPod si può conservare la colonna sonora della propria vita, è chiaro come a un negozio online bastino pochi server per contenere l'intera produzione musicale/cinematografica di tutti i tempi. E per aggiornarla senza problemi, anno dopo anno, con decine di migliaia di nuovi titoli.
Nei negozi, nelle videoteche, nei grandi magazzini questo non è possibile.
Per ragioni di spazio, innanzitutto.
E anche perché la curva dei profitti sembra ormai piegare verso il basso e produrre tanti dvd sta diventando meno vantaggioso che in passato.
Le case di produzione e distribuzione più piccole vanno male, scrive il New York Times. Alcune hanno chiuso, altre stanno iniziando a limitare le uscite. Mentre la coda si "allunga" su Internet, nel mondo dei supporti fisici si "accorcia" sempre di più.
Questo accade in un periodo in cui il cinema su Internet è ancora in fase embrionale: i negozi online ufficiali si contano sulle dita di un mano e anche la diffusione di film tramite P2P, seppur già molto diffusa, non è ancora capillare e globale come quella di canzoni. Figurarsi quando la gente si abituerà davvero a utilizzare la Rete come fonte primaria per i film. La crisi è destinata a diventare un tracollo.
C'è una categoria che soffrirà particolarmente nei prossimi mesi e anni: quella delle videoteche. Il grido d'allarme e di dolore di chi lavora nel settore è già piuttosto forte, come testimoniano i messaggi pubblicati nel forum specializzato Videotecheforum.it (un forum molto interessante, perché rivela segreti e "dietro le quinte" sulla gestione di una videoteca... peccato solo che, appunto, il momento non sia proprio dei migliori).
Ma c'è un intero settore industriale che rischia di incorrere in uno dei più grandi flop della storia dell'home entertainment. E' quello dei produttori di dvd di nuova generazione, i BluRay e gli HD DVD. L'alta definizione è un elemento di richiamo per il pubblico e lo sarà sempre di più man mano che i prezzi dei televisori a lcd e al plasma diventeranno più abbordabili. Ma l'impressione è che quando si arriverà al momento della grande transumanza verso l'hd, sarà Internet ad approfittarne. La banda larga sarà ancora più larga, il catalogo online sarà praticamente infinito (il trionfo della "lunga coda"), gli utenti saranno ancora più alfabetizzati e più abituati a scaricare contenuti multimediali direttamente sul pc di casa. La Rete, insomma, sarà matura abbastanza per diventare il canale di distribuzione principale di film ad alta qualità. Sarà la tv-on-demand/cinema del futuro.
E' sempre difficile trarre indicazioni dalla sfera di cristallo dell'high tech. Le condizioni del mercato cambiano rapidamente e spesso in modo imprevedibile. Ma sembra piuttosto evidente come - ancora prima di essere nati - i BluRay e gli HD DVD corrano il serio rischio di essere già morti.