La mattina del 14 dicembre 2012, dopo aver ucciso la madre, il ventenne Adam Lanza entra nella scuola elementare Sandy Hook di Newtown (in Connecticut, nel nordest degli USA). Armato di due pistole e un fucile semi-automatico, Lanza inizia a sparare e uccide altre ventisei persone, tra cui venti bambini di sei e sette anni. Quindi si toglie la vita. Il tutto avviene in meno di dieci minuti. Due giorni dopo, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama raggiunge Newtown e interviene a una veglia di preghiera.
Il discorso di Obama è lo spunto di 12/17/12, la penultima canzone del nuovo album dei The Decemberists: una ballata acustica molto semplice – chitarra, armonica, voce, una leggerissima batteria – nella quale il cantante Colin Meloy mette in luce il conflitto tra la sua felicità personale ed eventi come il massacro di Sandy Hook. Il testo della canzone si chiude con i versi che danno il titolo al disco: “And oh my God / What a world you have made here / What a terrible world, what a beautiful world / What a world you have made here”.
Di passaggio da Jimmy Kimmel, The Decemberist Sing YouTube Comments |
What a Terrible World, What a Beautiful World è il settimo album in studio dei The Decemberists, una band nata allo sbocciare del terzo millennio a Portland (in Oregon, sull'altro versante degli Stati Uniti rispetto a Newtown) e talmente profeta in patria da spingere il sindaco della città a dichiarare come Decemberists Day il 20 gennaio, giorno d'uscita dell'album. Tra i fan del gruppo, però, questo disco ha seminato anche parecchio panico: un po' per i quattro anni trascorsi dal precedente The King Is Dead (nei quali il leader Colin Meloy ha scritto libri per ragazzi, illustrati dalla moglie Carson Ellis e pubblicati in Italia da Salani), un po' per le ripetute dichiarazioni della band sul desiderio di cambiare rotta artistica.
In cosa consiste questa nuova direzione, per altro confermata nel brano d'apertura The Singer Addresses His Audience, dove Meloy canta: “Sappiamo che vi apparteniamo, ma abbiamo dovuto cambiare qualcosa”? Rispetto ai vecchi dischi, le novità principali stanno sia nella struttura dell'opera (meno concept) che soprattutto nei testi: più intimi/personali, meno sofisticati/narrativi/medievali. A venir meno è dunque uno dei tratti caratteristici della band, quei “testi che spesso si focalizzano su fatti storici e del folklore” e che dal vivo si traducevano in “messe in scena di battaglie navali e altri eventi dei secoli scorsi”. L'obiettivo si sposta, almeno in parte, sul presente.
Per chi scrive, l'ascolto di What a Terrible World, What a Beautiful World è stato un momento di relax, nell'attesa di dischi che personalmente/potenzialmente promettono di suscitare maggiore coinvolgimento (il ritorno dei Blur, il secondo Endkadenz dei Verdena, magari un'uscita a sorpresa di Songs of Experience degli U2). Era gia accaduto per I Love You, Honeybear di Father John Misty e come in quel caso si è trattato di una sosta di estrema piacevolezza. Anche per ragioni di tempismo stagionale. Quando ti trovi all'inizio della primavera, il sole inizia a riempire le giornate e dalle casse esce una canzone come Cavalry Captain, ti viene davvero da pensare che il mondo – lo stesso mondo in cui in dieci minuti accadono cose terribili, in Connecticut come sulle Alpi francesi – riesca davvero a essere anche bello. E che non ci sia niente di male - anzi! - a pensarlo e viverlo anche così.
Canzoni preferite: Cavalry Captain, Philomena, Till the Water's All Long Gone
In ascolto: To Pimp a Butterfly (Kendrick Lamar)
1. Black Messiah (D'Angelo)
2. Run The Jewels 2 (Run The Jewels)
3. Soused (Scott Walker)
4. Panda Bear Meets The Grim Reaper (Panda Bear)
5. Girls In Peacetime Want To Dance (Belle & Sebastian)
6. No Cities To Love (Sleater-Kinney)
7. Endkadenz vol. 1 (Verdena)
8. Natalie Prass (Natalie Prass)
9. I Love You, Honeybear (Father John Misty)
10. Viet Cong (Viet Cong)
11. Chasing Yesterday (Noel Gallagher's High Flying Birds)
12. What a Terrible World, What a Beautiful World (The Decemberists)