giovedì, gennaio 01, 2015

Otto cose che ho imparato sulla musica del 2014 (preparando compulsivamente playlist su Spotify)

Non fosse per quel morso ricevuto sul set di The Walking Dead, per Adam Granduciel
dei The War On Drugs (qui con la fidanzata Krysten Ritter) è stato un 2014 meraviglioso.

1. L'album dell'anno non è così facile da prevedere
Secondo la Top 50 di Acclaimed Music che aggrega centinaia di classifiche internazionali, il disco più amato dalla critica nel 2014 è stato Lost in the Dream dei The War on Drugs. Seguono gli album di FKA twigs, St. Vincent, Run The Jewels, Caribou, Sun Kil Moon. Alzi la mano chi il 1° gennaio 2014, o nelle settimane successive alla sua pubblicazione, avrebbe immaginato che Lost in the Dream potesse ottenere un simile risultato. 

2. Voltare le spalle allo streaming può essere penalizzante 
Il sospetto mi viene osservando il pessimo risultato di Tomorrow's Modern Boxes di Thom Yorke, che nella chart di Acclaimed Music si ferma al 126° posto, menzionato praticamente solo da Rolling Stone USA e dalla triade inglese NME/Uncut/Q (sempre in posizioni di rincalzo). Coerente nella sua battaglia contro "i moderni gatekeeper della musica", l'artista non ha distribuito l'album su Spotify e iTunes. Al di là del valore del disco, quanto ha influito - soprattutto nei giudizi dei blogger e dei recensori più digitalizzati - la sua anomala/difficile reperibilità online?

3. Però ormai sono piuttosto pochi quelli che voltano le spalle allo streaming
Nella Top 50 di Acclaimed Music solo tre album non sono disponibili su Spotify: 1989 di Taylor Swift (20° posto), Manipulator di Ty Segall (30°) e Faith in Strangers di Andy Stott (39°). È il valore più basso degli ultimi anni: nel 2013 furono cinque (My Bloody Valentine, Bill Callahan, Chance The Rapper, Run The Jewels e gli Atoms For Peace del davvero coerente e coriaceo Thom Yorke), così come nel 2010 (mancavano Arcade Fire, Joanna Newsom, Flying Lotus, Sufjan Stevens e Avi Buffalo). 

4. E comunque essere super-reperibile non offre chissà quali garanzie
Chiedere per conferma a Songs of Innocence degli U2. I milioni di copie recapitate negli iTunes del mondo (e la completa disponibilità sui principali servizi streaming/download) non hanno aiutato la band irlandese a (ri)entrare nei cuori della critica. A parte la sbornia del Rolling Stone americano (album dell'anno!), Songs of Innocence è desaparecido quasi ovunque e nella classifica Acclaimed Music si ferma al 149° posto. (Disclaimer: a me è piaciuto, ma nel mio cuore di fan loro sono riusciti a (ri)entrare, quindi non faccio molto testo)  

5. Il voto delle recensioni può non coincidere con il ranking finale
Tra le playlist che curo durante l'anno su Spotirama, ce ne sono un paio dedicate agli album che ricevono i voti più alti nelle recensioni su Pitchfork (Pitchfork 8.0) e sull'aggregatore Metacritic (Metacritic 75). Non ho ancora pubblicato gli aggiornamenti finali, ma sono andato a dare un'occhiata a quelli di novembre. Non c'è piena coincidenza tra i voti delle recensioni e le classifiche di fine anno: una recensione stratosferica (vedi Swans) garantisce una buona posizione, ma non il trionfo über alles. Che invece può andare a chi ha ricevuto un giudizio lievemente inferiore (vedi The War on Drugs).

Qualche tabella come esempio:

I 10 nuovi album che hanno ricevuto i voti più alti su Pitchfork nel 2014
1. Benji (Sun Kil Moon), 9.2
1. To Be Kind (Swans), 9.2
3. Run the Jewels 2 (Run The Jewels), 9.0
4. Lost in the Dream (The War On Drugs), 8.8
4. LP1 (FKA twigs), 8.8
4. Atlas (Real Estate), 8.8
4. What Is This Heart? (How To Dress Well), 8.8
4. Ruins (Grouper), 8.8
4. pom pom (Ariel Pink), 8.8
4. Beyoncé (Beyoncé, pubblicato a dicembre 2013), 8.8

I primi 10 posti della classifica di fine anno di Pitchfork
1. Run the Jewels 2 (Run The Jewels)
2. LP1 (FKA twigs)
3. Lost in the Dream (The War On Drugs)
4. Syro (Aphex Twin)
5. Ruins (Grouper)
6. To Be Kind (Swans)
7. Benji (Sun Kil Moon)
8. It's Album Time (Todd Terje)
9. pom pom (Ariel Pink)
10. Our Love (Caribou)
(a giudicare dai voti, teoricamente Swans e Sun Kil Moon avrebbero dovuto trovarsi molto più in alto; gli album di Real Estate e How To Dress Well sono scivolati rispettivamente al 14° e 29° posto)

La classifica dei valori più alti su Metacritic degli album usciti nel 2014
1. Run The Jewels 2 (Run The Jewels), 90 punti (valore medio basato sulle recensioni di decine di giornali e siti internazionali)
2. St. Vincent (St. Vincent), 89
2. To Be Kind (Swans), 89
2. Syro (Aphex Twin), 89
5. Perfume Genius (Too Bright), 88
5. You're Dead (Flying Lotus), 88
8. LP1 (FKA twigs), 87
8. Are We There (Sharon Van Etten), 87
9. Wild Beasts (Present Tense), 86
10. Lost in the Dream (The War On Drugs), 85
10. Benji (Sun Kil Moon), 85
(un'altra dimostrazione di come l'innamoramento finale universale per i The War On Drugs abbia superato ampiamente la pur forte infatuazione al momento della pubblicazione del disco)

6. La giovine Italia si è ormai abituata a Spotify
E si è allineata alle percentuali degli altri paesi. Su Spotirama in genere pubblico playlist anglo(americano)centriche, ma ogni tanto ne scappa anche qualcuna relativa al nostro paese. Per esempio, è ormai un'abitudine spotifizzare la Top 100 delle migliori canzoni italiane dell'anno secondo Rockit. Da questo punto di vista, è interessante notare la progressiva diffusione di Spotify tra artisti del circuito rock/indipendente/underground italico. Nel 2014 ho trovato 88 brani su 100, in crescita rispetto agli 85 del 2013 e soprattutto rispetto ai poverelli 47 del 2010 (quando però, bisogna dirlo, il servizio non era ufficialmente aperto in Italia).

7. David Letterman è uno strumento promozionale che funziona ancora...
... per poco, visto che ha annunciato la pensione nel 2015, ma alla grande. Al primo posto nella classifica dei brani dell'anno secondo il giudizio della critica internazionale (sempre basata su un foglio elettronico amorevolmente curato da un utente del forum di Acclaimed Music) c'è Seasons (Waiting On You) dei Future Islands. Il brano è esploso a marzo, in seguito all'esibizione della band nello studio del Late Show With David Letterman (anche grazie alla non indifferente danza da ranocchio hobbit sfoderata dal cantante Gerrit Welmers).



8. Pubblicare un album a dicembre ha qualche controindicazione
Chi pubblica un album a dicembre rinuncia a partecipare al giochino delle classifiche di fine anno. Senza se e senza ma. Le classifiche di fine anno infatti sono in realtà localizzate tra la fine di novembre e la prima metà di dicembre: un po' perché i mensili vogliono averle in edicola nell'ultimo numero dell'anno, un po' perché i siti Web fanno a gara per uscire per primi. Il caso di esclusione più eclatante del 2013 fu Beyoncé, il cui omonimo Beyoncé (generalmente apprezzato dalla critica, vedi Pitchfork sopra) fu pubblicato a sorpresa il 13 dicembre. Quest'anno è stata la volta di Black Messiah di D'Angelo, che ha ricevuto giudizi critici più alti di tutti gli altri dischi in vetta alle chart del 2014 (9.4 su Pitchfork, 95 di valore medio su Metacritic) ma è stato pubblicato il 15 dicembre, cioè dopo la diffusione di tutte le principali classifiche di fine anno (tranne poche, individuali ed encomiabili eccezioni: vedi la Top 15 di Eddy Cilia, diffusa con sacra puntualità il 31 dicembre).