venerdì, aprile 18, 2014

Se l'80% dell'ascolto è passivo, la musica digitale del futuro sarà dominata dagli algoritmi?


Un passo interessante da una lunga intervista di Business Insider al venture capitalist Fred Wilson. Parlando della sua esperienza con Turntable.fm (una start up musicale che sembrava dovesse spaccare il mondo e che invece è scomparsa dopo pochi mesi di hype), Wilson dice:
Someone told me a long time ago that 80% — and this number has been true since the dawn of recorded music — 80% of listening is when someone’s playing the music for you and 20% of listening is when you’re playing the music for yourself. Vinyl records, CDs, MP3, iTunes and Spotify are experiences where I get to control what I’m listening to and Pandora or AM radio or FM radio is when someone plays the music for me. I think there’s a huge market out there for “I don’t really want to think about it. I just want to listen.” 
La mia impressione è che il "non voglio pensarci, voglio solo ascoltare" sarà il trend dominante del futuro. A maggior ragione in un sistema sempre più caratterizzato da un'abbondanza di proposte quasi asfissiante. Bisognoso d'aiuto per non affogare in tutta questa ricchezza, il pubblico (l'80% di esso, o giù di lì...) sarà ancora più portato a lasciare che sia qualcun altro a scegliere. Tornando dunque verso una fruizione più verticale e 1.0 della musica. Certi cambiamenti nella recente nuova release di Spotify sembrano già andare in quella direzione, dando più rilevanza ai suggerimenti che alla ricerca

Sarà però un 1.0 molto più tecnologico, basato sui meccanismi di "recommendation", con tante incognite. Gli algoritmi dei servizi web detteranno i gusti musicali come in passato facevano le radio FM? Saranno le playlist costruite dalla macchina a determinare le nuove classifiche? Quando e quanto diventerà importante - per artisti ed etichette - riuscire a influenzare i modelli di questi algoritmi? E come avverrà questa influenza: ci sarà chi pagherà Pandora, iTunes Radio, Spotify perché la sua musica sia "suggerita" nelle playlist personalizzate? Saranno influenze trasparenti o noi non verremo mai a sapere che il nostro assistente personale/digitale è in realtà condizionato?