(... ovvero, il piacere di recuperare documentari del 2012)
Io odio Keanu Reeves.
Non per il successo, i soldi, le donne, la capacità di rimanere fermo in volo, ma perché Side By Side è il tipo di documentario che piacerebbe fare a me, girando per il mondo a intervistare Martin Scorsese e David Lynch, Christopher Nolan e Lars Von Trier, James Cameron e George Lucas, David Fincher e Steven Soderbergh, Robert Rodriguez e Richard Linklater, Danny Boyle e i Wachowski (solo per citare i più famosi). Invece il fortunello è lui. E, come se non bastasse, a ogni intervista si presenta con un look diverso: capelli corti, capelli lunghi, cuffia, barba alla Band of Horses, liscio come il guscio di un uovo, ecc. ecc. Come a dire: “faccio interviste ai maestri del cinema, ma sono sempre io, il vecchio Keanu, la star, tiè!”.
Inutili invidie a parte, Side By Side non è un documentario per tutti. Nel senso che non è pensato per il pubblico mainstream, ma per gli addetti ai lavori e gli appassionati del lato produttivo/realizzativo/tecnico del fare cinema. Scorsese e Lucas, Von Trier e Linklater, non sono interrogati sui loro film, sogni, storie o attori, ma su quale sia il loro rapporto nei confronti della questione pellicola/digitale. Anche nel cinema infatti – come un po' in tutte le arti – stiamo vivendo un periodo di radicale transizione: il passaggio dalla celluloide (dominatrice assoluta del Novecento) al digitale (che si insinua nelle riprese, nel montaggio, nella distribuzione, negli effetti speciali, ovunque...).
Lanciato a inizio 2012 dal trampolino della Berlinale, diretto da Christopher Kenneally, Side By Side racconta questa transizione, soffermandosi sull'evoluzione delle tecniche di ripresa, sulla fotografia, sulle moderne macchine digitali, con tanto di marchi, nomi, numeri, spiegazioni più o meno dettagliate (a onor di Reeves, va detto che le domande non sono rivolte solo agli uomini al comando, ma anche a direttori della fotografia, addetti al montaggio, “coloristi”).
Keanu Reeves in Side By Side (II)
Lanciato a inizio 2012 dal trampolino della Berlinale, diretto da Christopher Kenneally, Side By Side racconta questa transizione, soffermandosi sull'evoluzione delle tecniche di ripresa, sulla fotografia, sulle moderne macchine digitali, con tanto di marchi, nomi, numeri, spiegazioni più o meno dettagliate (a onor di Reeves, va detto che le domande non sono rivolte solo agli uomini al comando, ma anche a direttori della fotografia, addetti al montaggio, “coloristi”).
Chi è interessato sinceramente e semplicemente al lato emozionale e narrativo del cinema, può benissimo fare a meno di vederlo (a meno che non siate dei fan di Keanu, ovviamente). Chi invece vuole sbirciare cosa succede dietro a ciò che vediamo sul grande schermo e vuole sentirselo raccontare da alcuni titani – di quelli che ci hanno fatto e fanno sognare – in questi cento minuti troverà pane per i suoi denti. E scoprirà un panorama ormai fortemente e prevedibilmente orientato verso il digitale (compreso il sostegno convinto dei “grandi vecchi” Scorsese e Lynch), nel quale brilla un ultimo vero highlander, testardo e coerente custode della pellicola: il cavaliere oscuro Christopher Nolan. Tutti i suoi film sono stati girati in pellicola: da Memento a Insomnia, da The Prestige a Inception, passando per la trilogia di Batman. Sarà anche un'eccezione, ma che eccezione.
Keanu Reeves in Side By Side (IV)