Carneade, chi era costui? A volte, sul gradino più alto di un podio sale chi non ti aspetti. Atleti che non hanno mai vinto molto, non sono tra i favoriti numero uno, eppure trovano il guizzo vincente proprio nella gara più importante. Nello sci alpino, non capita poi così raramente. Alle Olimpiadi, pensiamo a Paoletta Magoni in slalom a Sarajevo nel 1984, Josef Polig (oro) e Gianfranco Martin (argento) in combinata ad Albertville nel 1992, Daniela Ceccarelli in superg a Salt Lake City nel 2002, Giuliano Razzoli nello speciale di Vancouver 2010. In molti casi si tratta di un flash: spenti i riflettori olimpici, l'atleta ritorna nella sua dimensione. Ma il suo nome rimane scolpito nell'albo d'oro, così come il ricordo di vittorie spesso tanto sorprendenti quanto esaltanti. Ai carneadi dello sci è dedicato questo piccolo frammento di 150 gol: con il riassunto dell'incredibile doppietta di Albertville (con Bruno Gattai di Telemontecarlo che esulta giustamente come un ultrà quando l'austriaco Hubert Strolz esce a cinque porte dall'arrivo) e l'intera seconda manche dello slalom di Vancouver 2010. Quest'ultima l'ho trovata sul canale olimpico ufficiale: non c'è commento (solo rumori ambientali), la discesa decisiva di Razzoli inizia a 45'25", ma il bello viene dopo, quando scendono in pista gli atleti dei paesi minori. Godetevi il sorriso del ghanese Nkrumah-Achempoang (più o meno 1h06'00" nel video) e soprattutto - subito dopo - la performance dell'albanese Tola, che arriva con oltre un minuto di ritardo (in uno slalom!!!) da Razzoli e saluta il pubblico con una piroetta. Ancora più carneadi, De Coubertin sarebbe fiero.
150 gol (... e altro ancora)
Un omaggio ai 150 anni dell'Italia, attraverso vittorie sportive, video d'epoca, telecronache originali. Per l'elenco completo dei video, clicca qui.