Netflix è uno di quei servizi internazionali di cui, per varie e sempre meno giustificabili ragioni, noi italiani non possiamo usufruire (e di cui spesso non conosciamo nemmeno l'esistenza). Grazie a un azzeccato modello di spedizioni postali di dvd (gestite online), ha superato e di fatto ucciso Blockbuster, diventando il numero 1 nel mercato USA del noleggio homevideo e sviluppando anche un florido servizio di streaming, in cui il pubblico non ha più bisogno dei dvd ma vede i film direttamente su Internet.
Oggi, Netflix si trova di fronte al classico dilemma dell'innovatore. Il noleggio dvd è in calo, lo streaming in crescita. Come comportarsi? Difendere il vecchio e redditizio mercato o investire con forza su quello nuovo, rischiando di cannibalizzare il proprio business? Le prime strategie adottate da Netflix hanno diminuito il numero degli abbonati e portato a qualche duro scossone in Borsa. Ma il ragionamento dell'amministratore Reed Hastings è chiaro:
"La maggior parte delle società che sono grandi in qualcosa - come AOL nelle connessioni telefoniche a Internet o Borders con le sue librerie - non riescono a ripetere il successo nelle novità desiderate dal pubblico (per noi, lo streaming dei film) perché hanno troppa paura di danneggiare il loro business originale. Alla fine, però, queste società si rendono conto del loro errore, di non essersi concentrate sul nuovo, e si trovano a lottare disperatamente e inutilmente per la salvezza. Raramente una società scompare perché si è mossa troppo velocemente. E' molto più comune che muoia perché è stata troppo lenta". (da Business Insider)
Non so se Netflix ce la farà. Forse c'è una legge divina per cui un'azienda è destinata a dominare solo in un segmento (e in un periodo) di mercato: non può rinnovarsi e vincere per sempre. E' la legge che Apple e Google saranno chiamate a confutare nel nuovo decennio. Ma la linea di pensiero di Hastings mi sembra assai condivisibile.