In un commento su YouTube si legge che Salvatore Antibo fu "l'ultimo atleta bianco a tener testa agli africani nelle gare di mezzofondo". Non so se è proprio così, forse ce ne furono altri dopo di lui, ma è certo che nella sua breve carriera - concentrata tra il 1986 e il 1991, quando un drammatico attacco di epilessia durante i mondiali di Tokyo segnò l'inizio del declino - l'atleta siciliano fu protagonista di grandissimi exploit, spesso mettendo il naso davanti ai fortissimi corridori degli altipiani e del Maghreb. Nei meeting estivi, così come nelle grandi gare internazionali, come quelle Olimpiadi di Seul 1988 in cui Antibo conquistò l'argento sui 10000 metri (la sua specialità preferita), con un poderoso sorpasso sul rettilineo finale ai danni del forte kenyano Kipkemboy. A livello continentale, di avversari ce ne furono ben pochi. Soprattutto nell'anno d'oro, quel 1990 in cui l'atleta azzurro fece doppietta agli Europei di Spalato. Prima, vincendo i 10000 con una dimostrazione di superiorità pazzesca: alla seconda curva aveva già staccato gli avversari, che non lo ripresero più (vedere per conferma il video sopra). Poi, ripetendosi nei 5000 metri, in modo più rocambolesco e forse ancora più schiacciante: buttato a terra al primo giro, dovette prodigarsi in un chilometro di rimonta solitaria. Raggiunto il gruppo, cambiò completamente tattica rispetto alla gara precedente: aspettò gli ultimi duecento metri, per poi regolare tutti in volata (vedi il video sotto).
150 gol (... e altro ancora)
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