Il destino era nel cognome. Prima di diventare personaggio televisivo, Aldo Montano era semplicemente l'ultimo erede di una dinastia di schermidori, quasi tutti maestri di sciabola, tutti pluripremiati ai mondiali e alle olimpiadi. Dall'omonimo nonno Aldo (2 argenti olimpici, 5 ori mondiali), al papà Mario (1 oro e 2 argenti olimpici, 2 ori mondiali), ai cugini del padre Mario Tullio (1 oro e 1 argento olimpico), Tommaso (1 argento olimpico), Carlo (1 argento olimpico). Insomma, immaginate la pressione per il 25enne Aldo, che nel 2004 si presentò ad Atene con un palmares ancora abbastanza povero, soprattutto per gli standard familiari e italiani (un argento e un bronzo mondiali). Dall'Acropoli, però, lo schermidore livornese tornò con due medaglie: l'argento nella sciabola a squadre e soprattutto l'oro in quella individuale, conquistato in un'appassionante finale contro l'ungherese Nemcsik. Sopra, all'interno di un servizio da tg, potete rivedere i colpi decisivi. Per avere un'idea dell'intero corso della sfida finale, però, date un'occhiata anche a questa "diretta" di Repubblica.it, risalente al 14 agosto 2004. Lo schermidore ungherese fu davanti per quasi tutto l'incontro, fino ad avere il match point sul 14-13. Ma a vincere, 15-14, fu Montano. A esigerlo era il cognome. E così, a 84 anni da Nedo Nadi ad Anversa, l'Italia tornava sul gradino più alto del podio nella sciabola individuale.
150 gol (... e altro ancora)
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