Stefania Belmondo è un'altra di quelle atlete di cui non si può parlare se non con il pallottoliere. Troppo numerose e troppo ben distribuite le vittorie della fondista piemontese, in una carriera lunga ma frastagliata, spesso interrotta da infortuni e fastidi vari. Qualche numero? Partiamo dalle Olimpiadi: dieci medaglie (2 ori, 3 argenti, 5 bronzi) , in quattro edizioni diverse (Albertville 1992, Lillehammer 1994, Nagano 1998, Salt Lake City 2002). Con due exploit quasi speculari in apertura e chiusura di carriera: un oro, un argento e un bronzo sia ad Albertville che a Salt Lake City.
Per quanto riguarda i Campionati del Mondo, le medaglie salgono addirittura a tredici: 4 ori, 7 argenti e 2 bronzi. Annate migliori: il 1993 e il 1999. Quest'ultimo è anche l'anno del trionfo sfiorato nella Coppa del Mondo generale di sci di fondo. A fine stagione la Belmondo si trova a pari punti con la norvegese Bente Martinsen, ma è costretta ad accontentarsi del secondo posto a causa di una vittoria in meno nelle gare individuali. Quello è forse il più grande rammarico della sua carriera. Oltre a quello di essere nata nel 1969 e di non aver quindi potuto partecipare - per inclementi limiti d'età - alle Olimpiadi di Torino 2006, sulle casalinghe nevi piemontesi.
Il video sopra racconta la sua prima grande vittoria individuale: la 30km a tecnica libera ai Giochi di Albertville del 1992. Un successo reso ancora più esaltante dai nomi e dai curriculum delle due atlete che lo scricciolo di Vinadio si trovò a guardare dall'alto verso il basso, sul podio olimpico: i carriarmati ex-sovietici Egorova e Vjalbe.
150 gol (... e altro ancora)
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