Dopo Alfredo Binda, un piccolo spazio per un'altra delle leggende del ciclismo italiano più preistorico, quello che si correva nei primi decenni del secolo scorso su stradacce polverose e percorsi massacranti. Costante Giradengo nasce a Novi Ligure il 18 marzo del 1893 e domina la scena nazionale più o meno dal 1915 al 1925. Suo è il record di vittorie nel campionato italiano su strada (nove), suo è il trionfo nella tappa più lunga di sempre al Giro d'Italia (la Lucca-Roma, 430 chilometri, nel 1914). Sua è anche la grande sfiga di dover aspettare di compiere 34 anni per poter finalmente partecipare a un campionato mondiale. E di trovarsi di fronte, in quella prima edizione del 1927, la stella in ascesa del giovane Binda. Girardengo arrivò secondo e più o meno da lì iniziò il suo declino.
Alla figura di Girardengo si accompagna anche il mito di un'amicizia pericolosa, quella con il bandito e anarchico Sante Pollastri. Un legame provato dalla storia e dalle testimonianze dirette dei protagonisti, che tuttavia con il passare del tempo si è condito di elementi quasi romanzeschi. Da quell'amicizia è scaturita anche una bella canzone, Il bandito e il campione, scritta da Luigi Grechi e portata al successo dal fratello Francesco De Gregori. Un modo un po' diverso per raccontare e ricordare un frammento della nostra storia, tra pedalate e rapine. La potete ascoltare nel video sopra, accompagnata dalle immagini d'epoca di Binda, Girardengo e altri campioni del ruggente ciclismo di un secolo fa.
150 gol (... e altro ancora)
Un omaggio ai 150 anni dell'Italia, attraverso vittorie sportive, video d'epoca, telecronache originali. Per l'elenco completo dei video, clicca qui.