E' possibile indicare "il miglior atleta italiano di tutti i tempi"? Probabilmente no. Sarebbe assurdo. Ma io lo faccio lo stesso e dico Alberto Tomba. Un italiano fino al midollo, a cominciare dai difetti più deprecabili: lo slalom tra i paletti del fisco, le accelerate sulla corsia d'emergenza in autostrada con il lampeggiante dei carabinieri, una guasconeria quasi irritante, e così via... Cose che fanno venire il prurito alle mani e che arricchiscono il repertorio dei barzellettieri stranieri. D'altronde, l'esemplare perfetto di italiano non è mai stato solo santo: ma anche tanto poeta e soprattutto, tanto tanto navigatore.
Sul fronte sportivo, però, l'Italia di Alberto Tomba è quella di cui possiamo andare più fieri. E' l'Italia del talento puro. L'Italia che esplode in tutta la sua superiorità, senza dimenticarsi di sprigionare la gigantesca dose d'allegria che è prerogativa del suo DNA. Non solo in riva al mare o su un campo di calcio, ma perfino in cima alle seggiovie. Non solo nel 1861 o nel ventesimo secolo, ma anche oggi, anche se è offuscata da depressioni e recessioni. All'epoca di Tomba, di campioni ce n'erano a bizzeffe. In Austria, in Germania, in Svizzera, persino in Liechtenstein. Ma quando vincevano loro - gli Accola o gli Zurbriggen - sentivi subito calare la noia. Con tutto il rispetto, le loro erano vittorie grigie. Le vittorie di Tomba, invece, erano arcobaleni. Robe da ridere.
Sotto molti aspetti, Tomba è stato un ufo. Un campione della disciplina più agile, lo slalom, con un corpaccione da sollevamento pesi; uno sciatore venuto da Bologna, senza il cognome e tanto meno la parlata altoatesina. Qualcosa di unico. Quasi di impossibile. Eppure qualcosa che è accaduto e che per dieci anni ha dominato il mondo in lungo e in largo, con una supremazia - nei momenti migliori - talmente schiacciante da essere quasi imbarazzante.
Su YouTube, al solito, si può recuperare un po' di tutto: dalle vittorie dell'anno dell'esplosione (il 1988 con gli ori olimpici in gigante e speciale a Calgary) fino all'ultima gara a Crans Montana, il 15 marzo 1998 (addio con vittoria, of course). Un decennio da leggenda. Sopra, però, trovate solo un piccolo frammento, tratto da una puntata del programma tv Sfide. Riguarda lo slalom di Lech, nella stagione 1994-1995, quella in cui Tomba vinse la Coppa del Mondo generale. In quella gara, a un certo punto commise un errore e per non saltare una porta, praticamente, si fermò. Una condanna a morte in uno sport dove si lotta sul filo dei centesimi di secondo. Eppure, quello slalom Tomba lo vinse comunque. E in quel memorabile exploit, nel gesto dopo aver superato il traguardo e nel commento un po' strafottente rilasciato a Sfide c'è tutto l'italiano che è in lui.
Un omaggio ai 150 anni dell'Italia, attraverso vittorie sportive, video d'epoca, telecronache originali. Per l'elenco completo dei video, clicca qui.
Su YouTube, al solito, si può recuperare un po' di tutto: dalle vittorie dell'anno dell'esplosione (il 1988 con gli ori olimpici in gigante e speciale a Calgary) fino all'ultima gara a Crans Montana, il 15 marzo 1998 (addio con vittoria, of course). Un decennio da leggenda. Sopra, però, trovate solo un piccolo frammento, tratto da una puntata del programma tv Sfide. Riguarda lo slalom di Lech, nella stagione 1994-1995, quella in cui Tomba vinse la Coppa del Mondo generale. In quella gara, a un certo punto commise un errore e per non saltare una porta, praticamente, si fermò. Una condanna a morte in uno sport dove si lotta sul filo dei centesimi di secondo. Eppure, quello slalom Tomba lo vinse comunque. E in quel memorabile exploit, nel gesto dopo aver superato il traguardo e nel commento un po' strafottente rilasciato a Sfide c'è tutto l'italiano che è in lui.
150 gol (... e altro ancora)