lunedì, febbraio 08, 2010

"I gatti persiani" di Bahman Ghobadi (e i Take It Easy Hospital)

I gatti persiani è uno di quei film che ti fanno stare bene, perchè ti mostrano che - pur in mezzo a tante difficoltà e ad altrettanti bradburiani pompieri - il fuoco non si spegne mai. C'è sempre qualcuno che lo alimenta, che si ribella alle barriere e alle costrizioni, che sente il bisogno di esprimersi, anche solo attraverso le fragili linee di una melodia indie-rock.



Il film di Bahman Ghobadi racconta la scena musicale underground di Teheran. E' un film proibito, così come è praticamente proibito suonare rock in Iran. E' stato girato senza permesso per le strade, le cantine e le stalle della città e oggi Ghobadi è costretto a vivere all'estero. Stessa sorte per i due giovani protagonisti, Ashkan Kooshanejad e Negar Shagaghi, che si sono trasferiti a Londra. Qualche giorno fa, i due ragazzi sono stati invitati a presentare il loro progetto musicale (Take It Easy Hospital) in Francia, dove I gatti persiani è già uscito, con molto successo. In rete si trovano alcune testimonianze di questa scappatella al di là della Manica.

Un'intervista ai due musicisti, in cui Ashkan confessa la sua devozione nei confronti dei Sigur Ros (un ragazzo di Teheran a cui un gruppo islandese ha cambiato la vita... esiste miglior spot per il villaggio globale?).


Take It Easy Hospital, image par image
di sourdoreille


Una scarnissima versione acustica - chitarra e voce - di Human Jungle, suonata al festival Mo'Fo'.



I gatti persiani uscirà in Italia in primavera (la data ufficiosa comunicata dalla Bim, per ora, è il 5 maggio). Ieri a Firenze, nell'ambito di un piccolo festival-gioiello chiamato Middle East Now, ho avuto l'occasione di fare una lunga intervista al regista Bahman Ghobadi. Anche quella uscirà in primavera, sul Mucchio, anche se non abbiamo ancora deciso su quale numero (ufficiosamente, potrei dire quello di maggio).