Scrive Seth Godin - un autorevole blogger -, a proposito del primo Natale in cui su Amazon sono stati venduti più e-book che libri di carta:
"Quando vuoi sapere se una nave sta per affondare, guarda come si comportano i suoi passeggeri più ricchi. iTunes e il filesharing hanno ucciso i negozi della catena Tower Records. Il sintomo decisivo: la fuga dei clienti migliori. Era naturale che ciò avvenisse, soprattutto per chi comprava 200 dischi all'anno. Per loro l'incentivo era maggiore, le alternative più rapide ed economiche".
"Amazon e il Kindle hanno ucciso la libreria. Perchè? Perchè i lettori che compravano 100 o 300 libri all'anno se ne sono andati per sempre. L'americano tipico legge in media un libro all'anno. E' insignificante per una libreria. Sono i lettori voraci quelli che contano. Ora, ufficialmente, con la fine del 2009, hanno abbandonato le librerie. E' finita."
Scrive l'Economist - un'autorevole rivista -, a proposito della crisi dei quotidiani e del ruolo di Internet:
"Internet potrebbe uccidere i giornali; ma non è chiaro se ciò sia importante o no. Per la società, ciò che conta è che il pubblico abbia accesso alle notizie, non che queste debbano essere diffuse attraverso un determinato mezzo di comunicazione: e per il cliente, più rapidamente circolano le notizie meglio è. Il telegrafo accelerò la velocità di diffusione delle news. Internet fa lo stesso. Gli stessi operatori dell'informazione utilizzano le nuove tecnologie in tutte le fasi del loro lavoro, dalla raccolta delle news alla loro distribuzione. La transizione verso la distribuzione elettronica - attraverso computer, telefonini e e-reader - è iniziata. E in futuro sembra che non potrà che accelerare.
Il problema è che nessuno ha ancora capito come fare soldi nel nuovo paesaggio. Questo solleva dubbi su quante notizie saranno ancora prodotte. Eppure non c'è segno di un crollo della domanda delle news e la tecnologia ha tagliato i costi della ricerca e della distribuzione: la quantità, dunque, sembra destinata ad aumentare. Internet sta scuotendo il business dell'informazione, così come avvenne con il telegrafo. Il risultato sarà lo stesso: saremo più informati sull'umanità e sugli esseri umani, rispetto all'epoca precedente. Se i giornali di carta moriranno, l'antica profezia di Bennett secondo cui le nuove tecnologie della comunicazione avrebbero causato "la morte dei quotidiani" si avvererà, seppure in ritardo. Ma questo non vorrà dire anche "la morte delle notizie".
In Italia, purtroppo, viaggiamo sempre un po' in ritardo rispetto al resto del mondo. Certe cose non le sappiamo, certi strumenti e certe notizie - nonostante Internet - si diffondono più lentamente. Ma forse è il caso che iniziamo a prepararci, anche psicologicamente, in modo da evitare poi scene isteriche. Il 2010 è l'anno in cui si metterà davvero in moto la seconda grande transizione dal fisico al digitale. Nel primo decennio del ventunesimo secolo è toccato ai dischi, nel secondo sarà la volta della carta. Sarà un processo complesso, certo. Per molti versi doloroso, perchè al frusciare del giornale e della pagina di un libro siamo ancora più abituati e affezionati - dai secoli dei secoli - che al contatto tattile con il libretto di un cd. E di certo parziale, perchè i giornali non scompariranno in 24 ore e nemmeno in 24 mesi, e probabilmente mai del tutto.
Ma sarà un processo irreversibile. Già solo per una semplice ragione: come la musica, anche le news scelgono il canale più efficiente per circolare, essere riprodotte, raggiungere il destinatario. E il canale digitale è molto più efficiente, rapido e logico - anche dal punto di vista dei costi - di quello di carta. Sempre come nella musica, inoltre, siamo arrivati al momento chiave: la portabilità. L'iPod è stato il vero anello di congiunzione tra l'efficienza rivoluzionaria di Internet e la dimensione spaziale della nostra vita quotidiana. La novità dell'abbondanza ci ha inseguito ovunque, anche lontano dal pc o dalla "stanza dei dischi". Gli smartphone e il Kindle e forse anche questo benedetto tablet di Apple (dopo la musica e la comunicazione, vuoi che Steve Jobs non provi a rivoluzionare anche la lettura?) faranno lo stesso per le news e i libri. Riflettete sulle vostre abitudini di lettura e probabilmente vi renderete conto che anche in voi il cambiamento è in atto. In modo naturale. Leggete più spesso Repubblica o Repubblica.it? Quasi tutto avviene però attraverso il pc. La portabilità darà il colpo di grazia. Se io posso avere La Stampa ogni mattina sul mio iPhone, pian piano inizierò a considerare scomodo, inutile, progressivamente addirittura fastidioso, il giornale. E, sebbene oggi appaia impensabile, incredibile, quasi sacrilego, lo stesso accadrà anche per i libri.
Fidatevi, sarà così.
E poco importa l'affetto che io proverò sempre per la mia copia sgualcita e ingiallita di Cabal.
Un mondo senza carta.
O, comunque, con tanta tanta tanta tanta carta in meno.
Chi l'avrebbe mai detto.
Per gli alberi dell'Amazzonia e della Scandinavia sarà una liberazione.
"Quando vuoi sapere se una nave sta per affondare, guarda come si comportano i suoi passeggeri più ricchi. iTunes e il filesharing hanno ucciso i negozi della catena Tower Records. Il sintomo decisivo: la fuga dei clienti migliori. Era naturale che ciò avvenisse, soprattutto per chi comprava 200 dischi all'anno. Per loro l'incentivo era maggiore, le alternative più rapide ed economiche".
"Amazon e il Kindle hanno ucciso la libreria. Perchè? Perchè i lettori che compravano 100 o 300 libri all'anno se ne sono andati per sempre. L'americano tipico legge in media un libro all'anno. E' insignificante per una libreria. Sono i lettori voraci quelli che contano. Ora, ufficialmente, con la fine del 2009, hanno abbandonato le librerie. E' finita."
Scrive l'Economist - un'autorevole rivista -, a proposito della crisi dei quotidiani e del ruolo di Internet:
"Internet potrebbe uccidere i giornali; ma non è chiaro se ciò sia importante o no. Per la società, ciò che conta è che il pubblico abbia accesso alle notizie, non che queste debbano essere diffuse attraverso un determinato mezzo di comunicazione: e per il cliente, più rapidamente circolano le notizie meglio è. Il telegrafo accelerò la velocità di diffusione delle news. Internet fa lo stesso. Gli stessi operatori dell'informazione utilizzano le nuove tecnologie in tutte le fasi del loro lavoro, dalla raccolta delle news alla loro distribuzione. La transizione verso la distribuzione elettronica - attraverso computer, telefonini e e-reader - è iniziata. E in futuro sembra che non potrà che accelerare.
Il problema è che nessuno ha ancora capito come fare soldi nel nuovo paesaggio. Questo solleva dubbi su quante notizie saranno ancora prodotte. Eppure non c'è segno di un crollo della domanda delle news e la tecnologia ha tagliato i costi della ricerca e della distribuzione: la quantità, dunque, sembra destinata ad aumentare. Internet sta scuotendo il business dell'informazione, così come avvenne con il telegrafo. Il risultato sarà lo stesso: saremo più informati sull'umanità e sugli esseri umani, rispetto all'epoca precedente. Se i giornali di carta moriranno, l'antica profezia di Bennett secondo cui le nuove tecnologie della comunicazione avrebbero causato "la morte dei quotidiani" si avvererà, seppure in ritardo. Ma questo non vorrà dire anche "la morte delle notizie".
In Italia, purtroppo, viaggiamo sempre un po' in ritardo rispetto al resto del mondo. Certe cose non le sappiamo, certi strumenti e certe notizie - nonostante Internet - si diffondono più lentamente. Ma forse è il caso che iniziamo a prepararci, anche psicologicamente, in modo da evitare poi scene isteriche. Il 2010 è l'anno in cui si metterà davvero in moto la seconda grande transizione dal fisico al digitale. Nel primo decennio del ventunesimo secolo è toccato ai dischi, nel secondo sarà la volta della carta. Sarà un processo complesso, certo. Per molti versi doloroso, perchè al frusciare del giornale e della pagina di un libro siamo ancora più abituati e affezionati - dai secoli dei secoli - che al contatto tattile con il libretto di un cd. E di certo parziale, perchè i giornali non scompariranno in 24 ore e nemmeno in 24 mesi, e probabilmente mai del tutto.
Ma sarà un processo irreversibile. Già solo per una semplice ragione: come la musica, anche le news scelgono il canale più efficiente per circolare, essere riprodotte, raggiungere il destinatario. E il canale digitale è molto più efficiente, rapido e logico - anche dal punto di vista dei costi - di quello di carta. Sempre come nella musica, inoltre, siamo arrivati al momento chiave: la portabilità. L'iPod è stato il vero anello di congiunzione tra l'efficienza rivoluzionaria di Internet e la dimensione spaziale della nostra vita quotidiana. La novità dell'abbondanza ci ha inseguito ovunque, anche lontano dal pc o dalla "stanza dei dischi". Gli smartphone e il Kindle e forse anche questo benedetto tablet di Apple (dopo la musica e la comunicazione, vuoi che Steve Jobs non provi a rivoluzionare anche la lettura?) faranno lo stesso per le news e i libri. Riflettete sulle vostre abitudini di lettura e probabilmente vi renderete conto che anche in voi il cambiamento è in atto. In modo naturale. Leggete più spesso Repubblica o Repubblica.it? Quasi tutto avviene però attraverso il pc. La portabilità darà il colpo di grazia. Se io posso avere La Stampa ogni mattina sul mio iPhone, pian piano inizierò a considerare scomodo, inutile, progressivamente addirittura fastidioso, il giornale. E, sebbene oggi appaia impensabile, incredibile, quasi sacrilego, lo stesso accadrà anche per i libri.
Fidatevi, sarà così.
E poco importa l'affetto che io proverò sempre per la mia copia sgualcita e ingiallita di Cabal.
Un mondo senza carta.
O, comunque, con tanta tanta tanta tanta carta in meno.
Chi l'avrebbe mai detto.
Per gli alberi dell'Amazzonia e della Scandinavia sarà una liberazione.