domenica, giugno 21, 2009

The Lunatic.


Voi lo comprereste mai un libro di quasi cinquecento pagine dedicato ai testi dei Pink Floyd?
Se siete come me, probabilmente non vi passerebbe nemmeno per l'anticamera del cervello.

E fareste male.


Per circostanze varie (una presentazione venerdì sera a Rivoli), mi sono ritrovato a leggere
Pink Floyd. The Lunatic. Testi commentati di Alessandro Besselva Averame, ed è stata un'esperienza appassionante. Non tanto o non solo per merito di Alessandro (che è un amico, e dunque non potrei mai parlar male di un suo libro!) o dei Pink Floyd, ma anche - mi faccio i complimenti da solo - per la modalità in cui l'ho letto. Lentamente, ascoltando album per album, da Piper at the Gates of Dawn fino a The Division Bell. Concentrandomi sulle singole canzoni, scoprendone i segreti con gli occhi, man mano che le loro note giungevano alle mie orecchie.

Alessandro ha fatto un lavorone, bisogna dargliene atto. Sono 450 pagine piene zeppe di informazioni, curiosità, riferimenti esterni (e spesso anche interni alle singole canzoni). Il libro ti permette di contestualizzare l'intera opera del gruppo, di darle un senso, di comprenderne i vari passaggi e le varie leadership (da Barrett all'interregno collettivo, da Waters a Gilmour).
Non trasforma i Pink Floyd nella tua band preferita, però ti consente di apprezzarne alcuni aspetti, alcune indubbie grandezze (chi ha ancora il coraggio, oggi, di costruire qualcosa simile all'esagerato The Wall?). E di sopportare meglio anche la noia di quei dischi che proprio non vogliono andar giù.

Sono giorni beati per la conoscenza. Abbiamo a disposizione possibilità incredibili e risorse inestimabili per esplorare il mondo che ci circonda, anche solo quello musicale. Si possono intraprendere cammini completamente liberi, attraverso la fascinazione esistenziale dello shuffle, oppure lasciarsi condurre da qualche cicerone. La musica è ovunque, il suo racconto anche. I filtri ci sono. Ce ne sono molti di più che in passato, sotto forma di libri, di forum online, di Wikipedia, di riviste specializzate, di amici, di enciclopedie e di mille altre fonti. Italiane, inglesi, globali.
Possono aiutarci a conoscere tutto.
Solo che non abbiamo il tempo di conoscere tutto.

Dobbiamo fare delle scelte. Magari rinunciare a qualcosa, per concentrarci su qualcos'altro. Il guaio è che non sono scelte obbligate o dettate da qualche limitazione. Non abbiamo più obblighi, niente razionamento, niente indicazioni che piovano dall'alto. Nessuno che ci dica più che strada prendere e che tormentone ascoltare. Sta solo a noi. Questo è il difficile.


Però le soddisfazioni sono potenzialmente grandiose.

E - giuro! - possono arrivare anche da un libro dedicato ai testi dei Pink Floyd.

Chissà, forse accompagnato dalla guida giusta, potrei finalmente riuscire ad avvicinare prima o poi persino i Rolling Stones.
Adesso però vado a correre con i cari e vecchi Muse.
Anzi, in onore del concerto londinese, facciamo con i Blur, dai.