Adesso che persino Microsoft sta pensando di offrire dei servizi gratuiti online, seguendo l'esempio di Google e finanziandosi con gli annunci pubblicitari, abbiamo la definitiva conferma di qualcosa che si era già intuito: su Internet domina e presumibilmente dominera' per molto tempo la cultura del gratis. Viene da chiedersi: e' un sistema sostenibile? Riuscira' la pubblicità a farsi carico dell'intero peso economico del Web? E quali saranno le caratteristiche della società futura, quando il timone sarà preso da quelle nuove generazioni che oggi si stanno abituando ad avere tutto gratis? (senza dimenticare che anche chi non appartiene a una "nuova generazione" si sta abituando molto rapidamente alla novita')
Non so se esistono gia' degli studi economici, delle proiezioni scientifiche su come cambieranno le dinamiche dei mercati mondiali. Probabilmente assisteremo a una diversificazione estrema dei modelli di business, tendenza di cui siamo gia' testimoni oggi: ci saranno servizi gratuiti (Google), altri basati sul micropagamento (iTunes, ma con quali prospettive?), altri su un abbonamento forfait (il New York Times). Magari ne verranno anche inventati di nuovi e ripristinati di vecchi (per esempio il baratto, utilizzabile anche in modo creativo, come dimostra la storia di quest'uomo che ripara computer in cambio di favori sessuali... e dice che il lavoro va a gonfie vele).
Forse si moltiplicheranno i modelli di business a doppia velocita': un'offerta base per tutti (gratuita) e una serie di opzioni premium (per chi vuole qualcosa di piu'). E' anche prevedibile una maggiore selezione meritocratica, per cui il consumatore - abituato ormai alla fruizione gratuita di beni e servizi - tendera' ad aprire il portafoglio solo se e' sicuro di ottenere qualcosa di eccezionale in cambio. Una direzione che non sembra negativa.
C'e' chi vede in questa diffusione del gratis l'anticamera dell'apocalisse finanziaria. Se la gente non sarà più abituata a spendere, come si sosterrà l'economia? Dubbi legittimi, piu' che legittimi. Soprattutto perche', a parte gli exploit di Google, non sono ancora state trovate nuove formule che garantiscono di sostituire i movimenti economici eliminati dal dilagare del gratuito.
Eppure, i buoi ormai sono scappati dalla stalla. E se ne allontaneranno sempre di piu', soprattutto se continuerà a imperversare questa crisi che sta lentamente dissanguando le nostre tasche e che ci sta portando automaticamente verso risorse più economiche, se non proprio gratuite. Anche non volessimo, spesso siamo costretti a guardare verso il gratis (o verso i "falsi" e la pirateria, e qui si entra in un territorio minato).
E' una sfida difficile ma stuzzicante, che sara' resa ancora più complessa dall'ingresso della Cina, dell'India e delle altre giovani economie nel mercato mondiale, con tutto cio' che questo vorra' dire.
Non so se esistono gia' degli studi economici, delle proiezioni scientifiche su come cambieranno le dinamiche dei mercati mondiali. Probabilmente assisteremo a una diversificazione estrema dei modelli di business, tendenza di cui siamo gia' testimoni oggi: ci saranno servizi gratuiti (Google), altri basati sul micropagamento (iTunes, ma con quali prospettive?), altri su un abbonamento forfait (il New York Times). Magari ne verranno anche inventati di nuovi e ripristinati di vecchi (per esempio il baratto, utilizzabile anche in modo creativo, come dimostra la storia di quest'uomo che ripara computer in cambio di favori sessuali... e dice che il lavoro va a gonfie vele).
Forse si moltiplicheranno i modelli di business a doppia velocita': un'offerta base per tutti (gratuita) e una serie di opzioni premium (per chi vuole qualcosa di piu'). E' anche prevedibile una maggiore selezione meritocratica, per cui il consumatore - abituato ormai alla fruizione gratuita di beni e servizi - tendera' ad aprire il portafoglio solo se e' sicuro di ottenere qualcosa di eccezionale in cambio. Una direzione che non sembra negativa.
C'e' chi vede in questa diffusione del gratis l'anticamera dell'apocalisse finanziaria. Se la gente non sarà più abituata a spendere, come si sosterrà l'economia? Dubbi legittimi, piu' che legittimi. Soprattutto perche', a parte gli exploit di Google, non sono ancora state trovate nuove formule che garantiscono di sostituire i movimenti economici eliminati dal dilagare del gratuito.
Eppure, i buoi ormai sono scappati dalla stalla. E se ne allontaneranno sempre di piu', soprattutto se continuerà a imperversare questa crisi che sta lentamente dissanguando le nostre tasche e che ci sta portando automaticamente verso risorse più economiche, se non proprio gratuite. Anche non volessimo, spesso siamo costretti a guardare verso il gratis (o verso i "falsi" e la pirateria, e qui si entra in un territorio minato).
E' una sfida difficile ma stuzzicante, che sara' resa ancora più complessa dall'ingresso della Cina, dell'India e delle altre giovani economie nel mercato mondiale, con tutto cio' che questo vorra' dire.