E mi concedo subito un po' di pubblicità.
Sul nuovo numero del Mucchio Selvaggio, in edicola da qualche giorno, c'è una lunga intervista a Tiziano Sclavi, il papà di Dylan Dog. Ho avuto la fortuna e l'onore di sentirlo al telefono, quindi via mail e infine di andarlo a trovare nel suo buen retiro di Venegono, vicino a Varese, dove vive insieme alla moglie, a tre cani, a un numero imprecisato di gatti e a una miniera di cimeli artistici e culturali.
Più che lavoro, preparare questa intervista è stato un tuffo nel passato che ricordo con maggior piacere e nostalgia, quello dei sogni liceali, quando bastava un albo a fumetti per volare alto nei cieli della fantasia, al di sopra di qualsiasi problema e insicurezza.
Tiziano Sclavi ha svolto un ruolo fondamentale nella mia vita. Non esagero: se non ci fossero stati lui e Dylan Dog, probabilmente avrei fatto ingegneria e a quest'ora sarei incatenato a un computer in un'aula del Politecnico. Invece, sono incatenato a un computer di casa. Che è molto meglio.
Credo che l'intervista sia venuta bene. E' lunga e tocca vari argomenti, anche lontani da Dylan. Avevamo preparato anche dei box sugli sceneggiatori e i disegnatori del fumetto, ma purtroppo sono stati eliminati per mancanza di spazio.
Se anche voi siete rimasti illuminati sulla via di Craven Road, vi consiglio di correre in edicola. Anzi, ve lo ordino: è davvero troppo bella.
Sul nuovo numero del Mucchio Selvaggio, in edicola da qualche giorno, c'è una lunga intervista a Tiziano Sclavi, il papà di Dylan Dog. Ho avuto la fortuna e l'onore di sentirlo al telefono, quindi via mail e infine di andarlo a trovare nel suo buen retiro di Venegono, vicino a Varese, dove vive insieme alla moglie, a tre cani, a un numero imprecisato di gatti e a una miniera di cimeli artistici e culturali.
Più che lavoro, preparare questa intervista è stato un tuffo nel passato che ricordo con maggior piacere e nostalgia, quello dei sogni liceali, quando bastava un albo a fumetti per volare alto nei cieli della fantasia, al di sopra di qualsiasi problema e insicurezza.
Tiziano Sclavi ha svolto un ruolo fondamentale nella mia vita. Non esagero: se non ci fossero stati lui e Dylan Dog, probabilmente avrei fatto ingegneria e a quest'ora sarei incatenato a un computer in un'aula del Politecnico. Invece, sono incatenato a un computer di casa. Che è molto meglio.
Credo che l'intervista sia venuta bene. E' lunga e tocca vari argomenti, anche lontani da Dylan. Avevamo preparato anche dei box sugli sceneggiatori e i disegnatori del fumetto, ma purtroppo sono stati eliminati per mancanza di spazio.
Se anche voi siete rimasti illuminati sulla via di Craven Road, vi consiglio di correre in edicola. Anzi, ve lo ordino: è davvero troppo bella.