domenica, luglio 24, 2005

Sigur

Ci sono certi gruppi i cui concerti richiedono un pubblico folto e rumoroso, vedi gli U2. Ce ne sono altri che esigono il silenzio e la solitudine. Ieri ho deciso che i Sigur Ros appartengono a questa seconda categoria. Non dovrebbe esserci troppa gente ai loro concerti. E soprattutto, nessuno dovrebbe alzarsi a metà di una canzone, rispondere al telefonino, rumoreggiare. Non che Villa Arconati sia stata assalita da un'orda di barbari maleducati, anzi, la maggioranza degli spettatori era ben consapevole del tipo di concerto che aveva di fronte. Però, bastava che due, cinque, dieci persone si alzassero a metà canzone o che squillasse un telefonino e subito la magia svaniva.
Ma forse è anche una questione personale. Non sono riuscito a concentrarmi come avrei voluto e a trasformare il piacere in emozione.
Ma ci riproverò a novembre a Torino, perchè la band è grandiosa. Dal vivo riesce a offrire una resa sonora molto vicina a quella degli album, arricchita dalla presenza sul palco - per quasi tutto il concerto - delle quattro ragazze Amina (voliniste, xilofoniste, tastieriste, ecc. ecc.).
Alcune canzoni, poi, "vissute" in diretta assumono una maestosità epica senza confini. La doppietta Vaka - Vidrar Vel Til Loftarasa, in particolare, è stata qualcosa di superiore. Ecco, lì sì che le note sono riuscite a penetrare il muro della mia distrazione e a farmi capire cosa potrebbe essere un concerto dei Sigur Ros assorbito nel migliore dei modi.