venerdì, gennaio 28, 2005

In difesa degli Mp3 Blog


(la copertina del disco che cercherò di farvi comprare con questo messaggio, dal sito www.amazon.fr)

L'Ifpi (l'associazione mondiale dell'industria discografica) si è accorta degli Mp3 blog. E secondo quanto riporta Fat Planet si è mossa ufficialmente per bloccarne uno, Moistworks, tramite la consueta lettera di minacce legali.
Che cosa sono gli Mp3 blog, lo dice chiaramente il termine: dei blog in cui l'autore offre anche l'ascolto (e il download) di brani in Mp3.
Fat Planet li distingue chiaramente in tre famiglie:
a) quelli che segnalano brani autorizzati, presenti sui siti degli artisti o delle etichette
b) quelli che offrono brani non presenti su Internet, chiedendone però l'autorizzazione agli artisti o alle etichette
c) quelli che decidono di spontanea volontà quali brani inserire, senza preoccuparsi se sono autorizzati o meno.
Personalmente, sono favorevole a tutte e tre queste famiglie e credo che la lettera inviata dall'Ifpi sia l'ennesimo errore di valutazione che le associazioni dei discografici commettono nei confronti di Internet. Non conosco Moistworks, non l'ho mai visitato. Quello che so per certo è che gran parte della musica più interessante che ho scoperto negli ultimi mesi è arrivata proprio dagli Mp3 blog.
Lasciando stare per un attimo il discorso sul filesharing e sul download degli interi album (che comunque ritengo un bene per la musica), trovo che il meccanismo degli Mp3 blog non sia solo condivisibile dal punto di vista etico, ma anche vantaggioso dal punto di vista economico.
Faccio un esempio concreto.
Per quanto riguarda il sottoscritto, la più bella scoperta del 2004 è stata una giovane band belga chiamata Girls in Hawaii. Ho consumato il loro disco d'esordio From Here To Nowhere, li ho visti tre volte dal vivo, ancora oggi continuo ad ascoltare con estremo piacere le loro canzoni e spero in un loro pronto ritorno in Italia (magari con un nuovo album da presentare). Suonano un pop-rock piuttosto semplice, molto melodico (tipo Coldplay), anche se qua e là vivacizzato da soluzioni armoniche meno lineari e prevedibili (soprattutto nei pezzi conclusivi dell'album). Niente di intellettuale o innovativo, insomma: canzonette di buon gusto, strofa-ritornello, suonate con entusiasmo giovanile e strumenti rock.
Ora, presumo che una buona percentuale dei sei miliardi di lettori di questo blog non avranno mai sentito parlare dei Girls in Hawaii. Magari dopo aver letto queste righe ne saranno incuriositi, ma non al punto da fidarsi ciecamente del mio parere e da spendere venti euro per acquistare il disco (per rintracciare il quale, tra l'altro, c'è bisogno di una vera e propria caccia al tesoro: ieri a Milano l'ho trovato solo da Ricordi in Piazza Duomo).
Immagino che a molti non dispiacerebbe ascoltare una o due canzoni: così, giusto per farsene un idea e decidere se chi scrive è un consigliere affidabile o un essere dagli orribili gusti musicali.
Bene, senza Internet conoscere i Girls in Hawaii sarebbe praticamente impossibile. Lo strumento tradizionalmente adibito a una simile funzione informativa è la radio, ma sui network nazionali ormai si ascoltano soltanto una ventina di canzoni al mese (dettate dalle linee di marketing delle case discografiche) e tra queste potete scommettere che non ci sarà mai niente dei Girls in Hawaii.
Sul sito del gruppo, ci sono una manciata di pezzi in streaming, che si possono ascoltare in streaming ma non scaricare. E' già qualcosa, però presumo che molti di voi utilizzino il computer dall'ufficio, dove magari c'è anche un capo che non vede di buon grado i dipendenti che si sollazzano con il rock'n'roll in orari lavorativi. Con il download, le canzoni si possono scaricare e ascoltare con calma a casa, magari masterizzate su cd o duplicate su uno di questi iPod di cui prima o poi ci doteremo tutti.
Un furto? Un danno economico per il gruppo? Tutt'altro. Perchè non sarebbero certo quelle due canzoni scoperte su un blog a impedire il futuro acquisto di un disco che non conoscevate affatto e che quindi non sareste mai stati intenzionati a comprare. Anzi, potrebbero essere proprio quelle a spingervi ad acquistarlo o magari a comprare i biglietti di un concerto o a parlarne con un amico. In fondo, è il meccanismo della pubblicità. Se anche solo cinque persone si innamoreranno dei Girls in Hawaii dopo aver letto questo messaggio, per la band sarà tanto di guadagnato. E per me sarà un'enorme soddisfazione aver contribuito a diffondere la musica di uno dei miei gruppi preferiti.

Per cui, ecco due assaggi di Girls in Hawaii: una canzone lenta (Found in the Ground) e una più vivace (Time to Forgive the Winter).