La leggenda vuole che Gino Bartali ci salvò da una guerra civile, distraendo con la sua vittoria al Tour de France del 1948 una popolazione in subbuglio per l'attentato a Palmiro Togliatti. La realtà, di sicuro, è che nell'immediato dopoguerra l'Italia era un paese che aveva un disperato bisogno di modelli che lo aiutassero a recuperare l'orgoglio perduto, a riscattarsi, a ripartire. E le vittorie del Ginettaccio, i suoi duelli con Fausto Coppi, assieme ai gol del Grande Torino, svolsero meravigliosamente questo ruolo. In quel Tour del 1948, il successo di Bartali fu una sorpresa. A 34 anni, il ciclista toscano - che la Grande Boucle l'aveva già vinta dieci anni prima - era dato per finito. I francesi si aspettavano il trionfo di Louis Bobet. E a metà gara, i pronostici sembravano rispettati. Fu sulle Alpi che accadde l'inverosimile: Bartali infilò tre stoccate di fila, a Briançon, Aix-les-Bains e Losanna. E arrivò a Parigi in maglia gialla, con 26 minuti di vantaggio sul belga Brik Schotte. Bobet fu solo quarto, a più di mezzora. E come canta Paolo Conte, ai francesi ancora oggi le balle gli girano.
150 gol (... e altro ancora)
Un omaggio ai 150 anni dell'Italia, attraverso vittorie sportive, video d'epoca, telecronache originali. Per l'elenco completo dei video, clicca qui.