C'è stato un momento, sabato sera all'Arena di Verona, in cui mi sono chiesto: "ma io che diavolo ci faccio qui?". Inzuppato dalla testa ai piedi, congelato dalla pioggia e dal vento, con lo sguardo semicoperto dalla cerata, sotto un cielo color catrame che garantiva ulteriori torrenti d'acqua, per la prima volta ho dubitato seriamente della fede. Va bene i ricordi del liceo, va bene l'amore per la musica, va bene tutto... ma questi dannati Pearl Jam non potevo accontentarmi di vederli nel giardino di casa, a Torino, al coperto, senza rischiare di prendermi una polmonite a metà settembre su un rudere romano? Non era forse finito con l'università il mio tempo per i tour avventurosi?
Sono domande serie. Insidiose. Pressanti. Soprattutto quando hai le gambe intrappolate in dei jeans fradici e due sottili rivoli d'acqua gelida che ti scorrono per le braccia appena fai il più piccolo movimento. E non puoi neanche annegare i tuoi dubbi e le tue incertezze in una buona birra, perchè la birra e il freddo fanno venir voglia di far pipì, e il bagno più vicino è a venti minuti e duemila persone di distanza, fuori dall'Arena, ed è meglio non correre il rischio di doverci andare di corsa.
Ma sono anche domande che hanno trovato una rapidissima risposta.
No, i dannati Pearl Jam non potevo accontentarmi di vederli nel giardino di casa, al coperto.
E no, evidentemente non è finito con l'università il mio tempo per i tour avventurosi (Peter Pan è sempre vivo e lotta con noi).
Primo, perchè nella fatal Verona - con un tempo da lupi con l'impermeabile - i Pearl Jam hanno tirato fuori un concerto con i fiocchi, con due momenti di personale catarsi emotiva in Jeremy e Betterman. Una serata di gioia e sofferenza, croci e delizie, brividi ed entusiasmi condivisivi stoicamente assieme a tutto il pubblico.
Secondo, perchè ventiquattro ore dopo, al Forum di Assago, i Pearl Jam non hanno semplicemente tirato fuori un concerto con i fiocchi. Ma hanno suonato "il concerto" per antonomasia. Un uragano di emozioni, un Katrina del rock'n'roll, che nessuno era mai riuscito a scatenare in passato e che difficilmente qualcuno riuscirà a ripetere in futuro.
Preferisco fermarmi qua e non aggiungere altro, perchè non riuscirei ad andare oltre a una banale sequenza di iperboli da fan isterico. Chi c'era, sa cosa intendo.
Mi limito giusto a scrivere qui sotto le due scalette, giusto per ripetere per l'ennesima volta almeno una delle ragioni oggettive che spingono il fan del Pearl Jam a seguire più concerti di un tour, rischiando polmoniti e dissanguando il portafoglio.
Verona, Arena, 16/9/2006
1. Release
2. Given To Fly
3. Corduroy
4. World Wide Suicide
5. Do the Evolution
6. Severed Hand
7. Loveboat Captain
8. Even Flow
9. 1/2 Full
10. Gone
11. Not For You
12. Grievance
13. Marker in the Sand
14. Jeremy
15. Wasted Reprise
16. Betterman
17. Blood
(pausa)
18. Inside Job
19. Come Back
20. I Believe in Miracles (cover Ramones)
21. Porch
22. Life Wasted
(pausa)
23. Elderly Woman Behind a Counter in a Small Town
24. My Verona (breve e pazzerella versione scaligera di "My Sharona")
25. Once
26. Alive
27. Rockin' in the Free World (cover Neil Young)
28. Yellow Ledbetter
Milano, Datchforum (Assago), 17/9/2006
1. Go
2. Last Exit
3. Save You
4. World Wide Suicide
5. Corduroy
6. Severed Hand
7. Unemployable
8. Even Flow
9. I Am Mine
10. Man of the Hour
11. MFC
12. Daughter (con chiusura su "Another Brick in the Wall" dei Pink Floyd)
13. Faithfull
14. Comatose
15. State of Love and Trust
16. Why Go
(pausa)
17. Picture in a Frame (cover Tom Waits, Eddie Vedder solo)
18. Parachutes
19. Black
20. Crazy Mary (cover Victoria Williams)
21. Given To Fly
22. Alive
(pausa)
23. Do the Evolution
24. Big Wave
25. Leash
26. Rockin' in the Free World (Neil Young)
27. Yellow Ledbetter
Guardate le canzoni in neretto. Sono quelle diverse suonate a Milano rispetto a Verona: 18 su 27! Praticamente si è trattato di due concerti completamente diversi.
Con i Pearl Jam è così. Alla facciazza di comodità ed esigenze promozionali amano stravolgere completamente le scalette. Quando calano luci e rombano gli amplificatori non sai mai cosa potrebbe accadere. Che cover suoneranno stasera? Cosa inseriranno al fondo di Daughter? Con cosa inizieranno? Partenza morbida (Release) o tiratissima (Go)? E non puoi neanche star certo che finiranno con Yellow Ledbetter visto che se non sbaglio a Bologna la canzone della staffa è stata Indifference.
Potrei aggiungere che il concerto di ieri a Milano è stato il più bello della mia vita. Il più intenso. Quello vissuto con maggior partecipazione. Ma non so quanto questo sia importante, per voi e per me. Ciò che è davvero importante è un'altra cosa. Ho sempre pensato e ripetuto che le vere emozioni musicali si vivono in età liceale/universitaria, diciamo nel quinquennio che va dai 16 ai 21 anni. E' un po' la sindrome del primo amore, quello che non si scorda mai e che non sarai mai superato. Sono ancora abbastanza convinto che sia così. Ma questo weekend trascorso all'inseguimento dei Pearl Jam, tra pioggia ed eterne autostrade, mi ha dimostrato che anche a trent'anni possono esserci ancora delle gradite eccezioni...
E chissà cosa suoneranno domani sera a Torino.
P.s.1: a proposito di Torino, ho letto su un forum che - nonostante un sold out annunciato da mesi - domani verranno messi in vendita altri 700 biglietti per il concerto al PalaIsozaki. Non ho idea della fondatezza della notizia, ma se qualcuno volesse approfittarne all'ultimo momento...
P.s.2: a proposito di Verona, sono molto soddisfatto del bed & breakfast dove ho dormito e della trattoria dove mi sono riempito lo stomaco. Per cui - visto che mi sento buono e in pace con il mondo - ve li segnalo. Il bed & breakfast si chiama Al Gheto, si trova a Grezzana (un quarto d'ora a nord di Verona), costa 35 euro a notte. La trattoria si chiama Pantheon, si trova a Santa Maria in Stelle (affianco a Grezzana) e con 20 euro a capoccia prendi primo, secondo, contorno, dolce, caffé, liquore e un po' di vino (1 litro in tre, ci siamo trattenuti). Tutto squisito.
P.s.3: ho girato qualche micro-video dei concerti. Roba ultra artigianale, di scarsissimo livello artistico, ma appena ho un po' di tempo li carico su YouTube.
Sono domande serie. Insidiose. Pressanti. Soprattutto quando hai le gambe intrappolate in dei jeans fradici e due sottili rivoli d'acqua gelida che ti scorrono per le braccia appena fai il più piccolo movimento. E non puoi neanche annegare i tuoi dubbi e le tue incertezze in una buona birra, perchè la birra e il freddo fanno venir voglia di far pipì, e il bagno più vicino è a venti minuti e duemila persone di distanza, fuori dall'Arena, ed è meglio non correre il rischio di doverci andare di corsa.
Ma sono anche domande che hanno trovato una rapidissima risposta.
No, i dannati Pearl Jam non potevo accontentarmi di vederli nel giardino di casa, al coperto.
E no, evidentemente non è finito con l'università il mio tempo per i tour avventurosi (Peter Pan è sempre vivo e lotta con noi).
Primo, perchè nella fatal Verona - con un tempo da lupi con l'impermeabile - i Pearl Jam hanno tirato fuori un concerto con i fiocchi, con due momenti di personale catarsi emotiva in Jeremy e Betterman. Una serata di gioia e sofferenza, croci e delizie, brividi ed entusiasmi condivisivi stoicamente assieme a tutto il pubblico.
Secondo, perchè ventiquattro ore dopo, al Forum di Assago, i Pearl Jam non hanno semplicemente tirato fuori un concerto con i fiocchi. Ma hanno suonato "il concerto" per antonomasia. Un uragano di emozioni, un Katrina del rock'n'roll, che nessuno era mai riuscito a scatenare in passato e che difficilmente qualcuno riuscirà a ripetere in futuro.
Preferisco fermarmi qua e non aggiungere altro, perchè non riuscirei ad andare oltre a una banale sequenza di iperboli da fan isterico. Chi c'era, sa cosa intendo.
Mi limito giusto a scrivere qui sotto le due scalette, giusto per ripetere per l'ennesima volta almeno una delle ragioni oggettive che spingono il fan del Pearl Jam a seguire più concerti di un tour, rischiando polmoniti e dissanguando il portafoglio.
Verona, Arena, 16/9/2006
1. Release
2. Given To Fly
3. Corduroy
4. World Wide Suicide
5. Do the Evolution
6. Severed Hand
7. Loveboat Captain
8. Even Flow
9. 1/2 Full
10. Gone
11. Not For You
12. Grievance
13. Marker in the Sand
14. Jeremy
15. Wasted Reprise
16. Betterman
17. Blood
(pausa)
18. Inside Job
19. Come Back
20. I Believe in Miracles (cover Ramones)
21. Porch
22. Life Wasted
(pausa)
23. Elderly Woman Behind a Counter in a Small Town
24. My Verona (breve e pazzerella versione scaligera di "My Sharona")
25. Once
26. Alive
27. Rockin' in the Free World (cover Neil Young)
28. Yellow Ledbetter
Milano, Datchforum (Assago), 17/9/2006
1. Go
2. Last Exit
3. Save You
4. World Wide Suicide
5. Corduroy
6. Severed Hand
7. Unemployable
8. Even Flow
9. I Am Mine
10. Man of the Hour
11. MFC
12. Daughter (con chiusura su "Another Brick in the Wall" dei Pink Floyd)
13. Faithfull
14. Comatose
15. State of Love and Trust
16. Why Go
(pausa)
17. Picture in a Frame (cover Tom Waits, Eddie Vedder solo)
18. Parachutes
19. Black
20. Crazy Mary (cover Victoria Williams)
21. Given To Fly
22. Alive
(pausa)
23. Do the Evolution
24. Big Wave
25. Leash
26. Rockin' in the Free World (Neil Young)
27. Yellow Ledbetter
Guardate le canzoni in neretto. Sono quelle diverse suonate a Milano rispetto a Verona: 18 su 27! Praticamente si è trattato di due concerti completamente diversi.
Con i Pearl Jam è così. Alla facciazza di comodità ed esigenze promozionali amano stravolgere completamente le scalette. Quando calano luci e rombano gli amplificatori non sai mai cosa potrebbe accadere. Che cover suoneranno stasera? Cosa inseriranno al fondo di Daughter? Con cosa inizieranno? Partenza morbida (Release) o tiratissima (Go)? E non puoi neanche star certo che finiranno con Yellow Ledbetter visto che se non sbaglio a Bologna la canzone della staffa è stata Indifference.
Potrei aggiungere che il concerto di ieri a Milano è stato il più bello della mia vita. Il più intenso. Quello vissuto con maggior partecipazione. Ma non so quanto questo sia importante, per voi e per me. Ciò che è davvero importante è un'altra cosa. Ho sempre pensato e ripetuto che le vere emozioni musicali si vivono in età liceale/universitaria, diciamo nel quinquennio che va dai 16 ai 21 anni. E' un po' la sindrome del primo amore, quello che non si scorda mai e che non sarai mai superato. Sono ancora abbastanza convinto che sia così. Ma questo weekend trascorso all'inseguimento dei Pearl Jam, tra pioggia ed eterne autostrade, mi ha dimostrato che anche a trent'anni possono esserci ancora delle gradite eccezioni...
E chissà cosa suoneranno domani sera a Torino.
P.s.1: a proposito di Torino, ho letto su un forum che - nonostante un sold out annunciato da mesi - domani verranno messi in vendita altri 700 biglietti per il concerto al PalaIsozaki. Non ho idea della fondatezza della notizia, ma se qualcuno volesse approfittarne all'ultimo momento...
P.s.2: a proposito di Verona, sono molto soddisfatto del bed & breakfast dove ho dormito e della trattoria dove mi sono riempito lo stomaco. Per cui - visto che mi sento buono e in pace con il mondo - ve li segnalo. Il bed & breakfast si chiama Al Gheto, si trova a Grezzana (un quarto d'ora a nord di Verona), costa 35 euro a notte. La trattoria si chiama Pantheon, si trova a Santa Maria in Stelle (affianco a Grezzana) e con 20 euro a capoccia prendi primo, secondo, contorno, dolce, caffé, liquore e un po' di vino (1 litro in tre, ci siamo trattenuti). Tutto squisito.
P.s.3: ho girato qualche micro-video dei concerti. Roba ultra artigianale, di scarsissimo livello artistico, ma appena ho un po' di tempo li carico su YouTube.